A Bari psichiatra uccisa con 28 coltellate, i motivi del folle gesto

A Bari psichiatra uccisa con 28 coltellate, i motivi del folle gesto

La vita di una dottoressa di 53anni in servizio presso un centro di salute mentale a Bari è stata spezzata dall’insano gesto di un uomo con seri problemi di alcool e droghe.

Il motivo sarebbe stata la richiesta di denaro ovviamente non accolta dalla psichiatra che è stata colpita a morte da 28 coltellate inferte con ferocia nella schiena della povera vittima.

L’omicidio si è consumato nella sede del Sert in Via Tenente Casale  n. 19 nel centro del quartier Libertà alle ore 9.30 circa del mattino.

Vincenzo Poliseno, questo il nome dell’assassino, paziente della struttura per la già citata dipendenza dalle droghe, è giunto armato con un coltello da cucina avente una lama lunga 12 centimetri ed ha ucciso la dottoressa Paola Labriola nel corso di una visita; immediatamente dopo è stato fermato dalla Polizia e condotto in Questura dove gli agenti gli hanno sequestrato l’arma del delitto.

Già da tempo i medici della struttura dove la tensione è alle stelle, avevano fatto richiesta almeno di una guardia giurata, ma questa non era stata accolta per problemi economici.

La donna lascia due figli gemelli di 12 anni ed il marito che è giunto immediatamente sul posto subito dopo il tragico incidente accompagnato dai soccorritori del 118 che impotenti di fonte all’accaduto hanno soltanto potuto dichiararne il decesso.

La dottoressa era una professionista molto stimata e i suoi colleghi inorriditi dalla vicenda ed esasperati dal clima di tensione e di paura che sono costretti a vivere quotidianamente, hanno aggredito verbalmente il direttore generale Domenico Colasanto giunto sul luogo della tragedia subito dopo aver saputo la notizia.

I colleghi della psichiatra , che più volte avevano denunciato lo stato di abbandono da parte delle forze dell’ordine della struttura frequentata da soggetti molto spesso borderline in un quartiere tra l’altro considerato un po’ difficile, questa volta hanno visto diventare realtà le paure spesso sottovalutate.

E che il problema non fosse tenuto nella giusta considerazione lo testimoniano anche le parole del direttore generale: “Avevamo avuto nel tempo solo una segnalazione da questo centro, non lo consideravamo a rischio e non avevamo un servizio di vigilanza come invece succede per i pronto soccorso e i Sert. La vera causa di questa tragedia è il disagio sociale”.

Verso le 7.30 di ieri mattina, l’uomo si è presentato dalla dottoressa Labriola che aveva la sua cartella clinica benchè non avesse dichiarati problemi psichici, ma utente dei servizi Sert.

Armato di un vecchio coltello da cucina pretendeva del denaro dalla psichiatra, ma era stato invitato a rivolgersi al Sim di cui risultava paziente saltuario; al rifiuto sarebbe scattata la molla che lo avrebbe portato a compiere l’irreparabile gesto costato la vita di una persona che era lì a compiere il suo lavoro come ogni giorno.

Al centro di Via Tenente Casale sono poi giunti anche l’assessore regionale alla sanità Elena Gentile e il sindaco di Bari Michele Emiliano.