Nuovo tariffario forense: aumento delle parcelle degli avvocati del 35-40%

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La riforma del tariffario forense all’incirca un anno fa, ad opera del governo  tecnico di Mario Monti, ha suscitato già ancor prima della sua entrata in vigore polemiche e critiche circa il suo contenuto. Da allora le categorie forensi e i sindacati di settore si sono adoperati ed attivati per far valere le ragioni che si sono ritenute violate a difesa di un lavoro e di una professione che la stesso ministro Cancellieri ha se non denigrato, aggettivato impropriamente arrivando a definire la categoria “persone non favorevoli ai cambiamenti”.

Certo, bisogna sapere e vedere di che cambiamenti si parla. Le voci del tariffario nazionale sono state completamente stravolte, gli importi mutati e svalutativi dell’attività di un professionista che conta migliaia di iscritti in tutta Italia. E’ di ore la notizia che al fine di dirimere la diatriba tra Ministro e avvocati si procederà ad un aumento di circa il 35-40% che apprezza in parte quanto era stato indicato dal CNF cui passerò la proposta per il dovuto parere sul testo ministeriale, unitamente al Consiglio di Stato.

Il Parlamento potrà anche far sentire la sua in merito, cercando sempre un rapporto collaborativo cui sembra essere propensa anche il Ministro Cancellieri nonostante i commenti poco graditi dalla classe forense. Pur se piccolo, c’è da dire che già un piccolo sforzo comunque c’è stato, anche se quanto comunicato dalla Cancellieri è parecchio lontano da quanto vorrebbe il CNF, motivo per cui il parere che il Consiglio darà sarà di grande interesse. Novità importante è quella relativa al dissipamento in ordine all’applicazione delle regole sull’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, secondo un testo più snello e comprensibile, più vicino a quanto indicato dal CNF e non a quello redatto dall’ex ministro Severino.

La differenza tra vecchio e nuovo tariffario forense sta essenzialmente nell’eliminazione di una serie di voci che erano divise tra diritti e onorari dell’avvocato, secondo scaglione di valore del procedimento, per quel che concerne l’aspetto giudiziale, invece voci più o meno raggruppate ma sempre multiple per quel che riguardava la materia stragiudiziale. Oggi non è più così. Le voci sono ridotte a circa cinque di base e raggruppata in quasi un’unica voce la fase esecutiva. In sostanza, oggi il tariffario valuta solo la fase del procedimento in cui raggruppa diversi adempimenti ed attività svolte dal legale per il mandato conferito a parte le spese che erano e rimangono voce a se stante.

Gli importi possono essere conteggiati al minimo, medio, massimo a seconda dell’importanza e della valutazione che si potrà fare caso per caso e per quel che concerne il settore civile è prevista a seconda delle condizioni indicate nel regolamento una diminuzione fino al 30% ma anche un aumento fino al 70%. Tutto il nuovo tariffario ha spiegazioni anche se non sempre soddisfacenti, per ogni fase indicata e utilizzata nel calcolo dei compensi. Tanto vale anche per la fase stragiudiziale e per la materia penale e amministrativa.