Alberto Musy è morto chi era l’ex consigliere comunale di Torino vittima di un agguato mortale

Alberto Musy è morto chi era l'ex consigliere comunale di Torino vittima di un agguato mortale

Il quarantaseienne Alberto Musy è morto due giorni fa dopo essere stato in coma per più di un anno e mezzo.

L’uomo docente di diritto privato comparato e consigliere comunale dell’Udc, era stato ferito da 6 colpi di pistola durante un agguato sotto la sua abitazione di Torino a causa del quale era entrato in coma.

L’agguato è avvenuto in Via Barbaroux a Torino alle ore 8 del mattino del 21 marzo 2012 per mano di un uomo abbigliato con un impermeabile e reso irriconoscibile da un casco indossato sulla testa che avvicinatosi a Musy, gli ha scaricato i sei colpi in canna all’arma del delitto; ferito gravemente entrò subito in coma nonostante l’immediato soccorso prestato dalla moglie e dai vicini allertati dalle grida e dai colpi.

L’uomo con il casco che subito dopo il delitto si allontanò con passo zoppicante fu ripreso dalle telecamere della zona che già lo avevano avvistato nei giorni precedenti, per cui dopo mesi di indagini fu identificato ed arrestato.

Il nome dell’uomo è francesco Furchi che ha appreso in carcere la notizia della morte di Musy; l’avvocato Gianpaolo Zancan che rappresenta la famiglia del defunto ha spiegato la nuova posizione di Furchi: “Adesso l’imputazione per Furchi dovrà cambiare da tentato omicidio a omicidio volontario premeditato. Un reato punito con l’ergastolo”.

Anche l’organo giudicante cambierà dal tribunale alla corte di assise, ma ciò che maggiormente sconcerta è il movente che ha scatenato l’insano gesto: il faccendiere Furchi era candidato alle ultime elezioni comunali in una lista che appoggiava Musy, ma si erano creati fra i due contrasti insanabili derivanti da presunti sgarbi subiti dal Furchi durante il tentativo di acquisizione della Arenaways, che avrebbe generato un rancore tale da indurre Furchi allo sconsiderato gesto.

Eppure Musy era riconosciuto da tutti come uomo moderato ed estremamente pacato, ma anche determinato ad entrare in politica tanto da aver accettato la corsa a sindaco della città pur avendo avversari di tutto rispetto e di maggiore peso politico come Piero Fassino del centrosinistra e Miche Coppola sostenuto da Pdl e Lega Nord.

Una breve vita che il povero Musy aveva speso fra la sua famiglia di cui faceva parte la moglie Angelica Corporandi D’Auvare e le 4 figlie, oltre alla carriera di libero professionista a cui si aggiungeva anche l’insegnamento all’Università del piemonte Orientale.

Poi l’idea di entrare in politica per porsi come candidato della società civile capace di essere l’alternativa coerente alla sfida fra centrosinistra e centrodestra.