Tares 2013: ecco quanto graverà la nuova tassa sui rifiuti a Bari

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Forse l’unica conseguenza positiva della crisi è che la quantità di rifiuti è diminuita del 5 % mentre la raccolta differenziata è aumentata del 30% negli ultimi 5 anni.

Quello che risulta un vantaggio per l’ambiente è diventato un aggravio per le tasche degli italiani che a partire dal 2000 hanno sborsato il 67% in più per lo smaltimento dei rifiuti senza contare che la nuova Tares che prenderà il nome di Service Tax a partire dal nuovo anno, costerà 2 miliardi in più considerando le tariffe utilizzate da TARSU e TIA.

I dati sono stati divulgati dal Centro Studi della CGIA di Mestre che ha esaminato la situazione storica di 11 capoluoghi di regione : Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, Milano, Palermo, Torino e Trieste.

Bisogna sottolineare che la Tares rispetto alle imposte del passato è stata maggiorata di 30 centesimi al metro quadro per finanziare i servizi indivisibili ed inoltre deve prevedere la copertura totale di raccolta e smaltimento rifiuti: per semplificare ulteriormente, basti pensare che nel 2000 una famiglia pagava all’incirca 270 euro, mentre con i nuovi parametri raggiungeremo la cifra di 451 euro.

Il consiglio comunale di Bari ha approvato il nuovo sistema dei tributi locali dando così il benvenuto alla Tares che sta per Tassa rifiuti e servizi indivisibili; l’unica buona notizia è che non vi sono aumenti all’addizionale comunale dell’Irpef che rimane al 0,8% esentando le famiglie con reddito inferiore ai 15 mila euro.

Il discorso dell’Imu sulle seconde case verrà poi affrontato nelle prossime sedute del consiglio.

Le famiglie più colpite saranno quelle più numerose che occupano una superficie abitativa fra 50 ed 80 metri quadrati ed infatti in una abitazione di 80 metri occupata da sei persone si pagherà il 31% in più rispetto alla Tarsu aumento che diventerebbe solo del 3% se ci fossero solo 3 persone.

Questo per ottemperare al principio secondo il quale “chi più inquina, più paga”.

Ci saranno ovviamente riduzioni che tengono conto dell’indice Isee nonché esenzioni per nuclei familiari aventi redditi inferiori ai 4 mila euro l’anno e per gli ultraottantenni con reddito inferiore ai 10 mila euro.

Le varie categorie commerciali risentiranno del cambiamento ed infatti per i mercati ci sarà un aumento del 55%, seguiti da artigiani e parrucchieri che pagheranno il 36 % in più e dalle pescherie con un aumento del 23 %.

I meno penalizzati saranno le carrozzerie (+5%) e gli alberghi e ristoranti (+3%).