Firenze, meningite stanno meglio i due giovani colpiti

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Nuovi casi di meningite in Toscana. Sono stati due i ragazzi ricoverati per aver contratto la patologia che nella regione del centronord Italia ha già colpito tantissime persone. I due ragazzi stanno decisamente meglio. Il ragazzo originario di Bagno a Ripoli che ha 23 anni che è ricoverato da lunedì scorso all’ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze è stato spostato dal reparto di terapia intensiva a quello di malattie infettive.

Anche la ragazza sud americana, a Firenze per frequentare l’università e che attualmente è ricoverata presso la struttura di Santa Maria Nuova, molto probabilmente, la prossima settimana sarà trasferita dal reparto di terapia intensiva. L’asl di Firenze sta invitando tutti coloro che hanno frequentato gli stessi luoghi dei due ragazzi a sottoporsi a profilassi.

In particolare, sono quattro i locali frequentati dalla ragazza sud americana nei giorni precedenti al ricovero. I dirigenti dell’Asl di Firenze hanno reso noto che i giorni 29 e 30 gennaio la studentessa sud americana è stata nei locali Salamanca e Blue Velvet, il 28 ha frequentato lo Space Electronic e il 31 gennaio il Dolce Zucchero.

Gli esperti dell’Asl di Firenze ritengono che sia necessario che tutte le persone che hanno frequentato nei giorni sopra indicati gli stessi locali dove è stata la ragazza sud americana debbano sottoporsi quanto prima a profilassi antibiotica. I medici dell’Asl di Firenze informano, inoltre, che la profilassi può essere effettuata recandosi dal proprio medico di famiglia, in una struttura ospedaliera o presso la guardia medica.

L’Asl, sulle condizioni dei due ragazzi ricoverati la scorsa settimana in terapia intensiva per meningite, hanno diffuso il seguente comunicato stampa: “Stanno meglio sia il ragazzo di Bagno a Ripoli, di 23 anni, che dallo scorso lunedì è degente al San Maria Annunziata sia la giovane americana residente e Firenze per motivi di studio e ricoverata da ieri al Santa Maria Nuova. Entrambi sono ancora ricoverati in terapia intensiva ma i sanitari hanno confermato che il miglioramento dei parametri vitali è progressivo e costante”.