Tumori, la biopsia è digitale il cancro si batte con i pixel

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Presto si potrà dire addio alla dolorosa biopsia. A renderlo noto è stata una pubblicazione di qualche giorno fa del famoso giornale scientifico “Scientific Reports” secondo il quale sarà possibile esaminare le cellule tumorali tramite un sofisticato computer senza l’utilizzo quindi del bisturi.

Il sofisticato computer, secondo quanto riferito da alcuni ricercatori italiani, è in grado di esaminare così meticolosamente il nostro corpo che riesce ad analizzare ogni singola cellula. Il computer invece della biopsia è stato utilizzato da due studiosi italiani che hanno potuto constatare l’efficacia dell’analisi. Il cancro si sviluppa nel corpo umano in maniera uguale per tutti gli essere umani. Prima si formano delle cellule che sono dei sottotipi di quelle tumorali che iniziano ad aggredire le altre cellule determinando lo sviluppo del cancro.

I ricercatori italiani sostengono che basta analizzare solo una o massimo due cellule per comprendere che tipo di tumore si sta sviluppando nell’organismo di un uomo senza l’utilizzo della biopsia. Il nuovo metodo utilizzato per la prima volta nel mondo da ricercatori italiani consente di analizzare il corpo dividendolo in settori.

Inoltre, consente di poter diagnosticare in alcuni casi, in maniera precoce, il cancro dando la possibilità ai medici di poter iniziare da subito le opportune terapie. Se il cancro è diagnosticato precocemente l’individuo ha numerose possibilità di sconfiggerlo e di poter guarire completamente.

I due ricercatori italiani che hanno studiato la nuova tecnica che potrebbe sostituire la biopsia sono il dottor Gianni Medoro di origini pugliesi essendo nato a Cerignola in provincia di Foggia nel 1974 ed in seguito trasferitosi a Bologna e Nicolò Manaresi originario di Bologna. Il dottor Gianni Medoro ha così spiegato la nuova tecnica ideata con il suo collega bolognese Nicolò Manaresi: “Con il nuovo test sarà possibile digitalizzare le cellule tumorali di un campione anche esiguo, analizzarle una per una isolandole come gruppi omogenei e mapparne il genoma mettendolo a confronto con quello delle cellule sane presenti nella biopsia”.