Teo Teocoli si confessa, da piccolo sono stato picchiato e ho preso la cocaina

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Teo Teocoli, mattatore indiscusso del panorama italiano, bravissimo e amatissimo ha rivestito tanti personaggi che hanno fatto la storia della tv italiana.

Il grande Teocoli, oggi 71 anni, ha raccontato al Corriere della Sera gran parte della sua vita.

Ha raccontato di quanto sia innamorato della moglie e delle figlie, del suo lavoro e del suo abbandono della tv che, se sulle prime l’ho ha fatto soffrire, ora lo apprezza.

Ma Teo Teocoli ha cominciato dall’inizio, da quando era bambino e ha così detto:” La facilità allo scontro mi arriva da un’infanzia difficile. Mamma veniva da una famiglia di giostrai, papà era andato in Marina sotto le bombe inglesi. Dopo la guerra siamo sbarcati a Milano, zona Niguarda-Fulvio Testi a quei tempi quasi campagna. Mamma cuciva in sartoria, papà non lavorava e non si vedeva mai, meglio perché quando arrivava mi picchiava di brutto: il classico padre-padrone. Ero un disadattato: di fronte al bidello in divisa ho pianto per ore, facevo fatica a scrivere e leggere, non capivo nemmeno il concetto di proprietà. Mi chiamavano terun, africa, baluba, altro che non incazzarsi..! È un miracolo che sia arrivato a ragioneria perché non ho mai studiato niente, giuro. M’intortavo le prof, facevo ridere anche loro”.

Teo Teocoli ha continuato: “Ho sempre agito d’istinto e anche per ignoranza non ho mai saputo confrontarmi serenamente con gli altri. Comunque in 17 anni di Derby, grande scuola con gente tipo Jannacci, Toffolo, Andreasi, Valdi, non ho mai litigato. Ho fatto la spalla a tanti colleghi come Lopez, Albanese, Gnocchi, Boldi. Di certo sono sempre stato me stesso: con i balordi del Giambellino, con gli alto-borghesi di Milano o in costa azzurra a casa di Brigitte Bardot, Salvador Dalì, Gilbert Becaud”.

Poi ha raccontato del momento in cui si è avvicinato alla cocaina: “Va bè, gli spinelli non li contiamo, uno dei più belli con Califano l’abbiamo fumato dopo Italia-Germania 4-3. Ho provato la metedrina, usata ai tempi da molti studenti sotto esami per studiare di notte. C’era talmente tanto da fare, come si poteva dormire? Risultato, occhi spalancati tre giorni di fila e da lì mai più. Cocaina? La prima pista ci ho starnutito su come Woody Allen in Io e Annie e m’hanno guardato storto. Poi ho imparato a non starnutire ma dire che m’abbia preso seriamente sarebbe una bugia. Fra l’altro la roba che circolava era meno pericolosa di quella di oggi. Comunque non ne vado fiero e alle mie figlie ho parlato chiaro”.