Duplice omicidio in Puglia, è stata una mattanza: 50 i colpi esplosi, due stub nella notte

 

Una ‘esecuzione’ brutale, quella riservata al 54enne Antonio Petrella e al nipote Antonio Ferrelli, di 43 anni. Sull’accaduto indagano i carabinieri, indagini coordinate dalla DDA di Bari.

Oltre 50 colpi esplosi, con tre armi diverse: un kalashnikov, una pistola e un fucile a pompa. Una vera e propria mattanza, quella messa a segno nel pomeriggio di ieri, all’ingresso della zona industriale di Apricena, cittadina dell’alto Tavoliere.

Una ‘esecuzione’ brutale, quella riservata al 54enne Antonio Petrella e al nipote Antonio Ferrelli, di 43 anni, entrambi con precedenti per droga, inseguiti e uccisi all’interno di un furgoncino Fiat Doblò. Ad agire un commando composto da almeno quattro persone (i tre uomini armati e quello alla guida), tutti a volto coperto e a bordo di un’autovettura di grossa cilindrata.

Le vittime, secondo quanto ricostruito, sono state raggiunte lungo la provinciale che dalla località San Nazario porta ad Apricena da un’auto scura dalla quale i sicari avrebbero aperto il fuoco, ferendo il conducente del Doblò, che ha sbandato andando ad impattare contro un palo della segnaletica stradale, proprio all’ingresso della zona industriale cittadina.

A quel punto, i killer sono scesi dall’auto e hanno ucciso i due uomini con una sventagliata di colpi che non ha lasciato loro scampo e che ha reso irriconoscibili i loro corpi. Sull’accaduto, sono in corso le indagini dei carabinieri, che hanno acquisito i filmati delle telecamere presenti in zona e hanno ascoltato amici e parenti delle vittime. Durante la notte, sono stati eseguiti anche due stub (l’esame che rivela la presenza di polvere da sparo su pelle e indumenti) a carico di pregiudicati del posto.

Alla luce della modalità dell’agguato, le indagini sono passate nelle mani della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Per gli inquirenti, Ferrelli è ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Di Summa, egemone nella zona dell’Alto Tavoliere, per vincoli familiari: è il cognato di Salvatore Di Summa, che nel 2011 fu accusato – insieme ad un’altra persona – dell’omicidio di Andrea Niro, la guardia giurata assassinata il 27 settembre dello stesso anno, sempre ad Apricena, nell’ufficio della cooperativa ‘Il Falco’. Per il fatto, Di Summa fu condannato in primo grado ma assolto in appello. I due episodi, al momento non sono collegati tra loro e gli inquirenti non escludono alcuna pista.