La riforma delle pensioni, i possibili cambiamenti della riforma Fornero ad opera dell’esecutivo Letta

Riforma-pensioni-possibili-cambiamenti-riforma-Fornero-esecutivo-LettaUna delle priorità del nuovo decreto del fare e delle varie semplificazioni sarà certamente l’ambito del welfare: via libera dunque ai correttivi della riforma delle pensioni ed alla questione degli “esodati”.

Nell’idea espressa dal ministro del welfare Enrico Giovannini, subito avvallata dal Ministro del tesoro Fabrizio Saccomanni, non sembra contemplata l’ipotesi di uno stravolgimento radicale della tanto odiata legge Fornero: pertanto i 300 mila esodati ancora senza tutela dovranno scoprire cosa accadrà nel loro destino.

La soluzione all’annosa questione pensioni è la reintroduzione della flessibilità, anche se Giovannini e Saccomanni tendono piuttosto a smentire: età pensionabile a 62 anni con una maggiorazione del 2% per ogni anno in meno dai 65 anni con 35 di contributi versati.

Rimane comunque difficile da digerire sia per i prossimi alla pensione che ai lavoratori!

Del resto ora il Governo deve rilanciare un’economia in fase di stallo cercando quel legame ipotetico tra chi si approccia al mondo del lavoro e chi ne esce per sopraggiunti limiti d’età, dopo aver dovuto affrontare le emergenze dello stop dell’Imu di giugno e del finanziamento alla cassa integrazione.

La questione ha assunto proporzioni bibliche ora che la disoccupazione tra chi ha meno di quarant’anni è ai massimi del dopoguerra, e che ai 300mila esodati potrebbero aggiungersi coloro che rischiano nell’immediato di ingrossare queste fila: i cosiddetti “esodandi”.

Una proposta avanzata dal Partito Democratico e consegnata alle Camere,  prevede che se un lavoratore anziano, trovatosi nella condizione di non poter pagare gli ultimi anni di contributi sino alla pensione, potrebbe veder trasformato il suo rapporto di lavoro in part time e contestualmente alla sua uscita un apprendista con età inferiore ai 35 anni potrebbe essere assunto al suo posto a tempo indeterminato.

Questo potrebbe essere un sistema per addolcire una legge sin troppo penalizzante e rigida; non dimentichiamo che esisteno tantissime situazioni al limite che non rientrano in alcuna categoria presa in esame: si parla di circa duecentomila persone che non usufruiscono di paracaduti statali o il cui destino non è stato contemplato dalla legge Fornero.

La categoria degli insegnanti, d’altro canto è sul piede di guerra anche se il ministro  Carrozza propone una “normativa integrativa” in modo tale che chi avesse i requisiti per andare in pensione alla fine dell’anno scolastico 2011/2012 potrebbe farlo l’anno successivo.

Se alcuni di essi hanno accolto favorevolmente questa novità, i cosiddetti insegnanti della quota 96, rimangono ancora piuttosto perplessi; sono coloro i quali a causa delle restrizioni della legge Fornero, non riescono ad ottenere la pensione pur avendo 61 anni di età ed avendo maturato 35 anni di contributi.

Per questo motivo i sindacati di categoria chiedono maggiore elasticità per questo particolare settore   che collabora alla formazione dei cittadini di domani che possano essere consapevoli e fieri di appartenere ad un paese che tutela e si renda garante dei loro diritti.