Imu 2013 prima casa: ultime notizie esecutivo Letta su esenzioni, villini e nuove rendite

 

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I lavori dell’esecutivo sull’Imu continuano e al momento al vaglio dei tecnici del ministero dell’Economia vi sono ben cinque ipotesi di modifica della tassa sugli immobili.

La base ti tali modifiche sta nella rimozione della tassa almeno sulla prima casa, o per lo meno una sua rimodulazione. In tal senso un primo punto di partenza potrebbe essere elaborato mercoledì durante l’incontro tra il governo e la maggioranza, dove non ci sarà Enrico Letta che invece presenzierà al secondo incontro decisivo del 18 luglio, che renderà ufficiali le decisioni del governo.

L’eliminazione della tassa sulla prima casa verrebbe eseguita anche in vista della nuova service tax che a partire dall’anno prossimo dovrebbe accorpare Imu, Tares e le altre imposte sugli immobili.

Inoltre la rimodulazione dell’Imu consisterebbe anche nell’aumento della detrazione sulla prima casa da 200 a 600 euro, con la conseguente esenzione dell’imposta per quasi l’80% dei contribuenti. Contestualmente il gettito Imu non dovrebbe subire un decremento di tali proporzioni visto che facendo riferimento ai dati dello scorso anno, circa il 29% dell’imposta è stato versato dai proprietari di importi più elevati.

Circa l’esenzione, questa potrebbe essere riferita ai valori di mercato dell’immobile o ad una quota di vani o metri quadri dell’abitazione, moltiplicata per i membri del famiglia.

In particolare l’esecutivo propone di mantenere l’Imu per i proprietari di grandezza superiore ai 100 mq, con una rimodulazione della tassa relativamente a cinque fasce di reddito Isee, con innalzamento della detrazione principale fino a 600 euro. Il gettito Imu potrebbe inoltre essere rimpinguato dall’estensione dell’Imu ai villini, abitazioni di tipo civile anche se prime case e sempre se superino i 100 o 120 mq, e dal mantenimento della tassa su ville e case signorili.

Le indiscrezioni sono state prontamente smentite dall’esecutivo che ha assicurato che i villini che siano abitazioni principali, non saranno compresi ai fini del versamento dell’Imu.

Tali opzioni hanno ovviamente suscitato la ferma opposizione del Pdl che ha attaccato il ministro  Saccomanni: il centrodestra infatti vuole l’abolizione totale dell’imposta sulla prima casa, rispetto al Pd che invece propugna una rimodulazione della tassa con esenzione solo per i redditi più bassi, per i nuclei familiari numerosi o per le case di modesto valore.

Nel caso in cui venga aumentata la detrazione principale a 600 euro, il vero problema sarebbe individuare gli immobili di lusso, visto che i registri catastali non sono stati ancora aggiornati e tali immobili non sono stati ancora inseriti in tale categoria.

Un’altra ipotesi è quella proposta da Fassino, neo presidente dell’Anci, che consiste nel legare l’imposta ai metri quadri e al numero di abitanti, con maggiore autonomia da parte dei comuni.

Fermo restando tutte le ipotesi considerate, l’esecutivo non può non tener conto del gettito originario Imu sulla prima casa pari a 4 miliardi di euro, che andranno rinvenuti altrove, magari operando un accorpamento con altre tasse quali la Tares e le imposte sui servizi.