Il grande rammarico di Gino Cecchettin “Ho in testa la scena in cui l’ha aggredita e io non ci sono per proteggerla. Aveva paura di Filippo”

Gino Cecchettin, padre di Giulia, vittima di femminicidio, esprime il suo dolore e ricorda la figlia con amore durante la cerimonia funebre, e riflette sul problema della violenza contro le donne in Italia.

Il lutto e il coraggio di un padre

Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin, ha mostrato una forza straordinaria durante la cerimonia funebre della figlia. Il dolore e l’amore di un padre che cerca di rimanere forte per la sua famiglia erano evidenti nei suoi occhi. Elena, sua figlia, e Davide, suo figlio, lo hanno sostenuto durante il funerale, in un momento di profonda tristezza e unità familiare. Davanti alla folla raccolta nella basilica di Santa Giustina, Gino ha condiviso ricordi di Giulia, descrivendola come una donna straordinaria, allegra e piena di vita.

Messaggio di Gino Cecchettin sul femminicidio

Nel suo messaggio, Gino Cecchettin ha espresso il desiderio di parlare con le persone in Italia, soprattutto con gli uomini, sottolineando la loro responsabilità nel problema della violenza contro le donne. In un’intervista rilasciata al giornale tedesco Bild, ha parlato della sua mancanza di odio verso Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia e suo assassino, ma ha ribadito la necessità che Turetta riceva una pena giusta per il suo crimine. Ha descritto Giulia come un “fiore” e ha espresso il suo amore per lei.

Riflessioni sul comportamento di Turetta e il consiglio di un padre

Gino ha anche riflettuto sul comportamento di Turetta, descrivendolo come una persona narcisista, ossessionata dal possesso. Ha rivelato che Giulia, prima di scomparire, era stata avvertita dall’amica della sua paura di Turetta, che era diventato aggressivo verbalmente.

Gino aveva consigliato a Giulia di mantenere una distanza e di incontrare Turetta solo in presenza di altre persone, ma lei aveva espresso preoccupazione per le minacce di suicidio di Turetta e il desiderio di aiutarlo. Questo tragico caso sottolinea la complessità e la gravità della violenza contro le donne.