Bari, la rabbia del Sindaco Decaro “Comprare i voti è una cosa vergognosa e infame”


Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, condanna l’uso della criminalità organizzata nelle elezioni, evidenziando un serio attacco alla democrazia e alla città.

La lotta di Bari contro la corruzione

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha espresso un forte disappunto nei confronti di coloro che cercano di manipolare il processo democratico acquistando voti, specialmente quando questo coinvolge la criminalità organizzata. Questo atto non solo disprezza i principi democratici ma, secondo Decaro, rappresenta un vero e proprio tradimento nei confronti della città di Bari. “Comprare i voti vuol dire prendere a calci la democrazia, se li compri dalla criminalità organizzata, metti il cappio al collo alla democrazia e il cappio piano piano si tira, soffocando la democrazia. È una cosa vergognosa e infame. Utilizzare la criminalità organizzata per andare ad occupare un posto in Consiglio comunale è da infami, una infamia per la città. È una cosa che dobbiamo condannare tutti, da destra a sinistra,” ha dichiarato il sindaco.

Un impegno contro la mafia e l’infiltrazione nel tessuto urbano

Il primo cittadino ha sottolineato come Bari abbia fatto passi da gigante rispetto agli anni Novanta, periodo in cui la criminalità organizzata aveva una presa forte sulla città. Oggi, grazie agli sforzi congiunti della comunità e delle autorità, Bari si è distaccata da quel passato oscuro, anche se la recente operazione “Codice interno” rivela che la battaglia contro la mafia è tutt’altro che finita. La scoperta di oltre 100 arresti dimostra che la lotta deve continuare, in particolare contro le zone grigie dove la criminalità e l’economia si intrecciano. “Bari non è più la città degli anni Novanta in mano alla criminalità organizzata, ha reagito, ha iniziato a non girare la testa dall’altra parte,” ha rimarcato Decaro.

Il ruolo delle aziende pubbliche e il futuro

Decaro ha anche evidenziato come la criminalità cerchi di infiltrarsi nelle aziende municipalizzate, come l’Amtab, per ottenere posti di lavoro tramite pressioni e connivenze interne, frutto di un sistema che ha talvolta favorito l’assunzione di persone legate a clan criminali. Nonostante ciò, il sindaco ha riconosciuto che alcune di queste persone hanno avuto la possibilità di redimersi grazie a opportunità lavorative dignitose, distanziandosi dalla vita criminale. Questo aspetto sottolinea l’importanza di non generalizzare ma di continuare a lottare per una comunità più giusta e sicura. “Devo dire che alcuni, anche attraverso la clausola sociale e la stabilizzazione, hanno avuto un riscatto sociale potendo contare su un lavoro, si sono allontanati dalla famiglia criminale, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio ma altri non l’hanno fatto,” ha concluso il sindaco, invitando a mantenere alta l’attenzione e a proseguire nel cammino contro la criminalità organizzata.