Veronica, una babysitter, rifiuta un’offerta di lavoro con doppio stipendio per prendersi cura di un “bambino” di 23 anni, rivelatosi un adulto timido senza esperienze sociali.
Veronica, una giovane babysitter, si è trovata di fronte a una proposta di lavoro alquanto insolita e allettante: un’offerta che prevedeva un compenso di 35 dollari all’ora, praticamente il doppio di quanto guadagnava normalmente. La generosità dell’offerta includeva anche benefit come un’assicurazione medica, un abbonamento in palestra e il rimborso delle spese di trasporto. Inizialmente, tutto sembrava perfetto, finché Veronica non ha scoperto esattamente di chi avrebbe dovuto prendersi cura.
Durante un incontro a casa della famiglia, ha chiesto di conoscere il bambino di cui si sarebbe dovuta occupare. La risposta dei genitori l’ha sorpresa: il “bambino” era in realtà un adulto di 23 anni, descritto come molto timido e riservato. Veronica, perplessa, ha indagato ulteriormente, chiedendo se il giovane avesse qualche disabilità che giustificasse la necessità di una babysitter, ma i genitori hanno chiarito che non aveva alcuna disabilità: era solo estremamente introverto e privo di esperienze sociali, in particolare amorose.
I genitori hanno poi rivelato la vera natura della loro richiesta: volevano che Veronica agisse come una sorta di “falsa fidanzata” per aiutare il figlio a diventare più estroverso e a sviluppare le sue capacità sociali. Questa rivelazione ha immediatamente messo Veronica a disagio, mostrando che il lavoro proposto andava ben oltre i confini di una normale attività di babysitting.
La famiglia sperava che, con la presenza di Veronica, il loro figlio potesse essere incoraggiato a “aprirsi un po’ di più” e a superare la sua timidezza. Tuttavia, per Veronica, la richiesta era chiaramente fuori dalla sua zona di comfort professionale e etico, dato che il suo lavoro è specificamente orientato verso la cura dei bambini piccoli, non degli adulti.
Di fronte a una situazione così atipica e moralmente ambigua, Veronica ha scelto di rifiutare l’offerta. Ha ringraziato la famiglia per la generosità e per i benefici offerti, ma ha spiegato che quello non era il tipo di lavoro per cui si era formata o che intendeva svolgere. Ha chiarito che il suo ruolo come babysitter è focalizzato sui bambini e non includeva essere una figura di supporto emotivo o sociale per un adulto.
Veronica ha concluso la sua esperienza condividendo la storia su TikTok, dove ha suscitato ampio dibattito e riflessione sui confini professionali e le situazioni eticamente complesse che possono emergere nel mondo del lavoro. La sua decisione di rifiutare l’offerta, pur essendo economicamente vantaggiosa, è stata vista come un atto di integrità professionale e personale.