Roma, attimi di terrore per sospetto caso di ebola

Un uomo di origini africane, proveniente dal Gambia, è stato ricoverato al “Policlinico Umberto I” di Roma perché accusava febbre alta e nausea sintomi che di solito si riscontrano nei pazienti che hanno contratto l’ebola.

L’uomo di colore, che è ospite di un centro di prima accoglienza della capitale. è stato sottoposto alle indagini di rito che hanno evidenziato che il paziente non aveva contratto il temuto virus.

Giuseppe Ippolito, dirigente dell’ospedale Spallanzani di Roma, ha dichiarato: “ … che il rischio di contagio in Italia è molto basso …”.

Secondo il direttore del plesso ospedaliero del centro per malattie infettive di Roma la possibilità che ci sia il propagarsi in Italia del virus è limitata perché non atterrano nel nostro paese aerei provenienti da tre dei quattro paesi africani (Sierra Leone, Liberia e Guinea) dove ci sono i focolai del virus.

Il professor Ippolito ha reso noto che: “siamo pronti e preparati sulle malattie infettive e seguiamo le direttive del ministero della Salute sul percorso di valutazione del rischio e sulla seguente gestione, stilate nel 1996, e riaggiornate lo scorso 6 ottobre”.


In ogni caso, la notizia resa nota da Ripley Ballou, direttore del  settore ricerca della azienda GlaxoSmithKline, sulla commercializzazione del vaccino ebola che avverrà solo nel 2016 ha provocato non poche polemiche.

L’organizzazione sanitaria mondiale attendeva, per gli inizi del 2015, ben 10 mila vaccini per cercare di combattere efficacemente il virus nei paesi più colpiti dell’Africa Occidentale.

Il ritardo è stato giustificato dal dirigente della GSK perché il vaccino, per avere la certezza della sua efficacia, deve essere ancora testato e per farlo  ci vorrà tutto il prossimo anno.

Ripley Ballou ha anche detto che il vaccino, purtroppo, non sarà disponibile per contrastare l’eventuale epidemia.

Una notizia molto preoccupante che fa pensare che in molti hanno sottovaluto gli effetti di questa epidemia che ora si stanno rivelando catastrofici.

Il presidente Barack Obama durante il suo discorso rivolto alla nazionale di ieri ha dichiarato che: “Ci saranno ancora altri casi, anche negli Stati Uniti, ma isolati. Tre casi di Ebola in un paese di trecento milioni di persone non sono né una diffusione improvvisa né tantomeno un’epidemia di Ebola. E uno stop ai viaggi dall’Africa renderebbe la situazione ancora più grave di quella attuale”.

Intanto il presidente degli Stati Uniti d’America ha provveduto a nominare Ron Klain direttore della commissione appositamente istituita per combattere l’ebola.

Obama però sembra essere infuriato per come è stata gestita l’emergenza ebola fino a questo momento, pensa, infatti, che vi sia stata molta improvvisazione anche perchè tanti medici che sono stati inviati nelle nazioni africane colpite dal virus erano impreparati ad affrontare una simile epidemia.

In Europa i controlli agli aeroporti sono stati rafforzati  soprattutto negli scali aerei dove atterrano velivoli provenienti dalle zone più colpite dell’Africa.

Al momento non è stato deciso nè da parte degli Stati uniti d’America nè nell’Europa Occidentali il divieto di viaggio o di atterraggio di aerei per e dall’Africa.

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Lorenzo Costantino