Pensioni scuola quota 96: ultime notizie modifica requisiti legge Fornero

Pensioni scuola quota 96: ultime notizie modifica requisiti legge Fornero

Pensioni Scuola Quota 96, le ultime notizie sulla possibile riforma pensioni per il personale scolastico che ha raggiunto da poco, o ha già superato, la fatidica quota, non sono affatto positive. Mentre le speranze di cambiamento e, diciamolo pure, di raddrizzamento del torto si affievoliscono, cresce inevitabilmente la rabbia degli interessati.

La riforma delle Pensioni Scuola per i Quota 96 non arriverà con il Decreto Scuola. Già si vociferava di questa scelta da giorni, ma ormai è ufficiale: addio speranze di cambiamento a breve termine, a meno di clamorose sorprese che, in positivo, risultano altamente improbabili. Naturalmente accolta con grande delusione la comunicazione ufficiale di Manuela Ghizzoni, che a sua volta si è detta estremamente contrariata, considerando questa esclusione dal decreto un grave colpo anche alla credibilità politica del PD.

E adesso? Dopo la mancata riforma delle pensioni Scuola per i Quota 96 le speranze di vedere finalmente corretto l’errore della riforma Fornero, che non riconosceva le peculiarità dell’anno scolastico per gli insegnati, confondendolo sostanzialmente con l’anno solare, sono più fievoli che mai. Il motivo principale e ufficiale per la mancata soluzione del problema è ancora una volta la mancanza di risorse. Le ultime notizie per i Quota 96, e in particolare per i 6000 soggetti che potevano beneficiare subito di un cambiamento, liberando anche dei posti che per i precari e i giovani sarebbero puro ossigeno, non contemplano grandi alternative.

Sembra che le pensioni Scuola, come la famosa grande riforma pensioni del Governo Letta, siano destinate a essere rinviate ancora una volta, senza nemmeno una chiara idea di quando potrà arrivare la tanto richiesta soluzione.

Il consiglio dei ministri accende semaforo verde al decreto sulla scuola, presentato da Maria Chiara Carrozza. Si tratta di prime risposte, spiega il premier, Enrico Letta, in conferenza stampa al termine della riunione di governo. Il provvedimento rifinanzia con 100 milioni dal 2014 il fondo per il diritto allo studio; si prevedono misure per ridurre il costo dei libri di testo, proesgue Letta, e all’articolo 4 del provvedimento si vietano le sigarette elettroniche nelle scuole. Per i trasgressori sono previste sanzioni amministrative. Complessivamente il decreto scuola vale a regime 400 milioni.

Si accelera sulla cancellazione del contestato “bonus maturità” che verrà eliminato da subito: «è stato di difficile attuazione», ha detto il ministro Carrozza. Il ministro però aggiunge che «resta fermo che penseremo a una valorizzazione del curriculum scolastico, anche in termini di borse di studio», per gli studenti che accedono all’università.

Maria Chiara Carrozza conferma poi la proroga del piano triennale di assunzioni di docenti e Ata (il personale amministrativo). Il piano punta a coprire il turn-over e tutti i posti liberi e disponibili, pari, dal 2014 al 2016, a circa 42mila posti. In più si stabilizzeranno, nell’arco di tre anni, circa 27mila docenti sul sostegno, trasformando in organico di diritto i posti attualmente coperti con supplenti. Per il funzionamento delle scuole poi c’è l’inizio della soluzione della questione del personale Ata. Dal primo gennaio partiranno le assunzioni, bloccate ad agosto per il veto del Mef in attesa di sbrogliare la questione dei docenti inidonei. Ci sarà anche un’ora di geografia generale ed economica in più negli istituti tecnici e professionali al biennio iniziale.

Cambia la procedura di assunzione dei dirigenti scolastici. Il decreto stabilisce che saranno selezionati annualmente attraverso un corso-concorso di formazione della scuola nazionale dell’amministrazione. Nel frattempo, nelle regioni in cui i precedenti concorsi per dirigenti scolastici non si sono ancora conclusi, per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, saranno assegnati incarichi temporanei di presidenza a reggenti, assistiti da docenti incaricati. Questi ultimi saranno esonerati dall’insegnamento.