Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Bollette: previsto un aiuto economico per le famiglie con Isee fino a 25mila euro. Il governo non ha ancora fornito dettagli sulle modalità di richiesta.
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto Bollette, che introduce diverse misure per fronteggiare il caro energia. Tra gli interventi più attesi c’è l’estensione del bonus sociale luce, che prevede un aiuto di 200 euro per le famiglie con un Isee inferiore a 25mila euro.
Per chi ha un Isee sotto i 9.530 euro, l’importo potrà essere cumulato con il bonus sociale già in vigore, permettendo così di raggiungere una somma di oltre 500 euro. La misura sarà valida per tre mesi e rappresenterà un sostegno una tantum.
Secondo le stime del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, la platea dei beneficiari sarà di circa otto milioni di famiglie. Tuttavia, il bonus riguarderà esclusivamente le bollette della luce, mentre non sono previsti aiuti diretti per il gas.
L’importo del bonus varia in base alla fascia Isee:
Al momento non è stata specificata una procedura ufficiale per la richiesta. Se il meccanismo sarà lo stesso del bonus sociale, il contributo verrà erogato automaticamente in bolletta per chi possiede un Isee aggiornato. In caso contrario, potrebbe essere necessaria la presentazione di una domanda, ma per conferme si dovrà attendere la comunicazione ufficiale dei ministeri competenti.
Oltre al bonus per le famiglie, il decreto prevede altre misure per contenere il caro energia:
L’entrata in vigore del bonus bollette è prevista nei prossimi mesi, ma il governo non ha ancora chiarito i dettagli tecnici su modalità e tempistiche di erogazione. Chi intende beneficiarne dovrà assicurarsi di avere un Isee aggiornato, poiché l’eventuale accredito automatico sarà vincolato a questa certificazione.
Le misure previste dal decreto mirano a contenere l’impatto dell’inflazione energetica sulle famiglie italiane, ma restano temporanee. Il governo auspica un calo dei prezzi dell’energia nei prossimi mesi, motivo per cui il bonus è stato strutturato come un intervento una tantum e non strutturale.