Il governo presenta il disegno di legge che inasprisce le pene per il femminicidio, rafforza le aggravanti e introduce nuove tutele per le vittime.
Il governo guidato da Giorgia Meloni si prepara a varare un nuovo disegno di legge che introduce pene più severe per il femminicidio. Secondo la bozza del testo, anticipata da Francesco Bechis su Il Messaggero, la condanna all’ergastolo non sarà più limitata ai casi in cui l’omicidio avviene all’interno di una relazione affettiva, ma si applicherà anche quando il crimine è commesso per odio di genere o per reprimere diritti e libertà della vittima.
L’intervento normativo prevede l’inserimento nel codice penale dell’articolo 577 bis, che stabilisce:
“Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna, o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo”.
Il nuovo ddl non si limita a introdurre il reato specifico di femminicidio, ma ridefinisce anche il sistema di aggravanti e attenuanti nei casi di omicidio volontario.
In particolare, il meccanismo di bilanciamento tra aggravanti e attenuanti sarà modificato per evitare riduzioni eccessive della pena. Se un’attenuante è considerata prevalente, la condanna non potrà scendere sotto i 24 anni di carcere, mentre se ci sono più attenuanti prevalenti, la pena minima sarà comunque di 15 anni.
Inoltre, l’articolo 577 bis prevede aggravanti specifiche legate all’odio di genere per altri reati violenti, come maltrattamenti, minacce e revenge porn, con aumenti di pena che vanno da un terzo alla metà rispetto alle sanzioni attualmente previste.
Oltre all’inasprimento delle pene, il ddl introduce una serie di misure per rafforzare la tutela delle vittime e il loro ruolo nel procedimento giudiziario. Tra le principali novità:
La presentazione ufficiale della legge avverrà in conferenza stampa questa sera, con la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, la ministra per le Pari Opportunità Eugenia Roccella e la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati.