L’interprete ufficiale di Giorgia Meloni racconta la sua defaillance durante l’incontro con Trump: “Confusione e tensione, ma Meloni ha fatto bene a intervenire”.
Valentina Maiolini-Rothbacher, interprete ufficiale della premier Giorgia Meloni, rompe il silenzio dopo l’incidente che ha fatto il giro del mondo: durante l’incontro con Donald Trump nello Studio Ovale alla Casa Bianca, la premier ha deciso di tradurre da sola le proprie parole, interrompendo l’interprete.
“Chiedo scusa, non mi era mai successo, non so cosa abbia fatto il mio cervello. Mi dispiace soprattutto di non essere stata utile al Presidente”, ha dichiarato Maiolini, oggi tornata in Italia e rifugiata nella tranquillità delle colline di Santa Marinella, dopo un momento mediatico che definisce “difficile da gestire”.
Il video della premier che, dopo qualche esitazione nella traduzione, decide di proseguire da sola in inglese, è finito su numerosi media internazionali. “Il mio nome ora è su tutte le news internazionali, titoli a non finire: ‘Meloni zittisce l’interprete’, ‘l’interprete era nervosa’…”, racconta.
Maiolini spiega cosa è accaduto: “Stavo traducendo in modo spezzettato, qualcosa non andava. Meloni mi ha fatto un cenno e ha detto ‘ok, ci penso io’”. In quel momento si discuteva di spese militari, un tema delicato. “Io leggevo gli appunti lentamente, tornavo indietro, riformulavo le frasi… per fortuna non ho detto corbellerie, ma era evidente che qualcosa non funzionava”.
Nonostante l’esperienza accumulata in eventi internazionali come G7, G20 e bilaterali, Maiolini ammette che la situazione nello Studio Ovale era particolarmente caotica: “Meloni di solito parla direttamente in inglese e mi chiede solo qualche parola. Stavolta, con i giornalisti italiani in sala, ha scelto l’italiano. Ma nessuno moderava, c’era chi gridava per farsi sentire. Lo stesso Trump si rivolgeva a me dicendo ‘prego, prego’, elogiando anche il suono della voce della premier. Tutto questo mi ha mandato in confusione”.
Rivedendo i suoi appunti, racconta, ha trovato tutto in ordine: “Erano perfetti, chiari, lineari. È stata una questione di tensione”.
Subito dopo l’incontro, Maiolini è rientrata in hotel per recuperare i bagagli e poi ha preso il volo per l’Italia. “Con la premier non c’è stato un chiarimento, non c’è stata occasione. Finora mi hanno chiamato solo i miei colleghi per esprimere solidarietà”, conclude.
Una testimonianza sincera, che getta luce sulla pressione che può gravare anche su figure esperte in contesti tanto solenni quanto imprevedibili.