Massimo D'Alema durante l'evento dell'associazione culturale Aster "Guerra, conflitti e crisi, quale alternativa? Transizioni e cambiamenti in un mondo grande, terribile e complicato", Roma 10 marzo 2025. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
L’ex premier ricorda Bergoglio come un leader coraggioso e vicino ai valori della giustizia sociale. “Ha parlato ai laici come nessun altro Papa”.
A pochi giorni dalla morte di Papa Francesco, l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema torna a parlare del significato profondo del suo pontificato. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, D’Alema ha ricordato una frase pronunciata nel 2018: “Papa Francesco è il principale leader della sinistra”. Una battuta, chiarisce oggi, ma che nel tempo ha assunto un significato sempre più concreto.
“Ovviamente, a papa Francesco non avrebbe fatto piacere essere definito un leader ‘di sinistra’”, premette D’Alema, “ma è indubbio che il suo messaggio abbia dato corpo ad alcuni dei valori costitutivi della sinistra: giustizia sociale, lotta alla povertà, impegno per la pace”. Un’impronta che, secondo l’ex premier, resterà nella storia della Chiesa.
Secondo D’Alema, uno degli aspetti più significativi del pontificato di Bergoglio è stato il coraggio: “Ha detto ciò che si sentiva in dovere di dire senza paura di sembrare radicale o divisivo”. Un coraggio evidente anche nelle posizioni espresse su temi controversi come la guerra in Ucraina o il conflitto in Medio Oriente.
“Sull’Ucraina ha parlato dell’abbaiare della Nato alla porta della Russia: una lettura che altri hanno esitato a esplicitare. E anche su Gaza, Bergoglio ha denunciato con chiarezza la sofferenza della popolazione civile”, osserva D’Alema. Pur riconoscendo che su alcuni temi, come l’aborto, la linea del Pontefice è rimasta ferma, l’ex premier sottolinea l’apertura di Bergoglio verso i laici e i non credenti, mai vista prima a questi livelli.
Nel suo intervento, D’Alema riflette anche sul contesto politico globale. “Il coraggio di Francesco è mancato alla sinistra mondiale”, afferma, riferendosi in particolare agli Stati Uniti. “Trump non è tornato alla Casa Bianca per un trionfo elettorale. I suoi voti sono rimasti gli stessi. A crollare è stato il Partito democratico, incapace di mantenere le promesse su giustizia sociale e pace”.
Secondo l’ex segretario dei DS, è stato proprio il deficit di visione e coraggio a far perdere alla sinistra l’appoggio dei ceti meno abbienti.
Infine, D’Alema ricorda il rapporto tra Papa Francesco e la Cina: “Quando venne eletto, i cinesi accolsero con entusiasmo la notizia che fosse un gesuita. Si aspettavano un dialogo più profondo, e così è stato”. Il Papa desiderava recarsi in visita ufficiale a Pechino, ma non ha potuto realizzare quel progetto.
“Papa Francesco teneva tantissimo all’obiettivo di un suo viaggio in Cina; purtroppo, non è riuscito a realizzarlo”, conclude D’Alema.