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DiMartedì, Giuseppe Conte diretto su Giorgia Meloni: “Con me l’Italia una Ferrari, cos’è diventata ora”

Il leader del M5s da Floris accusa il governo di aver affossato l’economia italiana, ma la crescita del Pil nel 2025 contraddice la narrazione dell’ex premier.

Conte: “La destra si batte con il voto, non con la demonizzazione”

Nel corso della trasmissione DiMartedì su La7, Giuseppe Conte ha lanciato un attacco frontale al governo guidato da Giorgia Meloni, dichiarando: «La destra e la destra estrema bisogna batterle democraticamente, non demonizzandole». Un’affermazione in linea con lo stile istituzionale che l’ex premier ha spesso rivendicato, ma che ha presto lasciato spazio alla polemica.

«Quando Fratelli d’Italia ha vinto le elezioni io non ho parlato di antifascismo, ma oggi dico con forza: dovete andare a casa. Siete incapaci, state mettendo in ginocchio il Paese. Avevate una Ferrari e la state facendo andare peggio di una vecchia utilitaria», ha attaccato.

Floris lo incalza: “La Ferrari gliel’ha lasciata lei?”

Al conduttore Giovanni Floris che lo ha incalzato chiedendogli se la “Ferrari” fosse opera sua, Conte ha risposto senza esitazioni: «È evidente, lo dicono i dati, non lo dico io». Secondo il leader pentastellato, il governo Meloni starebbe dissipando i risultati del governo giallorosso, in particolare quelli legati al Recovery Fund e agli investimenti del PNRR.

Ma i numeri ufficiali raccontano un’altra storia

Peccato, però, che i dati Istat pubblicati nei giorni scorsi contraddicano la narrazione di Conte. L’economia italiana, infatti, continua a crescere, anche se con ritmi moderati.

Nel primo trimestre 2025, il Pil italiano ha registrato un incremento dello 0,3% su base congiunturale e dello 0,6% su base annua, correggendo le stime precedenti. Si tratta di un dato in linea con il trend positivo del quarto trimestre 2024, quando la crescita congiunturale era stata dello 0,2%, rivista al rialzo rispetto allo 0,1% inizialmente diffuso a marzo.

Tra percezione politica e realtà economica

Il duello verbale tra Conte e il governo si gioca dunque su piani divergenti: da un lato una narrativa politica fortemente critica, dall’altro indicatori economici che, pur senza slanci eclatanti, mostrano una certa stabilità.

Mentre il M5s denuncia l’inefficienza dell’esecutivo, i numeri ufficiali parlano di una crescita contenuta ma costante, sostenuta anche dalla gestione dei fondi europei e dal quadro economico generale.