Quando i Mondiali si giocano nel Paese natale del Papa in carica, l’Italia ha sempre vinto. Ecco perché molti oggi tornano a sperarci.
Una curiosa coincidenza lega da tempo il Vaticano, la Nazionale italiana e i Mondiali di calcio. Secondo una teoria che circola tra appassionati e scaramantici, ogni volta che la massima competizione calcistica si disputa nel Paese d’origine del Papa in carica, l’Italia riesce a sollevare la Coppa del Mondo.
Tutto iniziò nel 1934, quando il torneo si giocò proprio in Italia, allora guidata dal regime fascista. A capo della Chiesa c’era Papa Pio XI, nato Achille Ratti a Desio, in Lombardia. L’Italia, padrone di casa, conquistò il trofeo battendo in finale la Cecoslovacchia, dando il via a una leggenda sportiva destinata a rinforzarsi col tempo.
Settantadue anni dopo, nel 2006, la storia si ripete. Il Mondiale si disputa in Germania, Paese d’origine di Papa Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, nato a Marktl. Gli Azzurri, guidati da Marcello Lippi, arrivano in terra tedesca con ottime individualità ma anche con il peso dello scandalo Calciopoli sulle spalle. Nonostante ciò, dopo un cammino esaltante, eliminano proprio i padroni di casa in semifinale e trionfano ai rigori in finale contro la Francia di Zidane e Henry.
I prossimi Mondiali, nel 2026, si disputeranno per la seconda volta negli Stati Uniti, dove la Nazionale italiana ha già un amaro precedente: nel 1994, con campioni del calibro di Baggio, Maldini e Zola, gli Azzurri persero la finale contro il Brasile, ai rigori.
Ma oggi c’è un dettaglio in più a far sognare: sul trono pontificio siede Papa Leone XIV, nato negli Stati Uniti. Se l’Italia riuscirà a qualificarsi – traguardo che non è più così scontato – avrà idealmente dalla sua parte un “dodicesimo uomo in campo”.