Il Ministro Giuli contro Germano e la sinistra: “Hanno perso intellettuali e cultura, ora restano solo i comici”
Dopo l’attacco di Elio Germano al governo, il ministro della Cultura replica duramente: “Rumorosi e minoritari, vivono di rendita e bile ideologica”
Lo scontro dopo i David: la replica di Giuli a Germano
Le critiche rivolte da Elio Germano al governo nel corso dei David di Donatello hanno scatenato una reazione altrettanto netta da parte del ministro della Cultura Alessandro Giuli. Intervenuto a Firenze al convegno Spazio cultura, organizzato da Fratelli d’Italia, il ministro ha accusato l’attore e una parte del mondo culturale italiano di monopolizzare spazi istituzionali e vivere ancorati a privilegi e rendite.
“C’è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino del più alto luogo delle istituzioni italiane, cioè il Quirinale, per cianciare in solitudine”, ha affermato Giuli, in risposta alle parole pronunciate da Germano durante la cerimonia.
Il ministro ha difeso la riforma del tax credit, presentandola non come una forzatura ideologica, ma come il risultato di richieste concrete: “Non l’abbiamo voluta perché ci siamo ‘incapricciati’ del fatto che i soliti noti vivessero di rendita. È frutto di una denuncia da parte dei piccoli e medi, ma anche grandi protagonisti che hanno detto ‘basta con le rendite e il privilegio'”.
“Sinistra senza più intellettuali, rimangono solo gli influencer”
Giuli ha ampliato la sua critica al mondo culturale progressista, definendolo ormai privo di riferimenti e ideologia coerente. Ha ammesso l’esistenza di una “cultura di sinistra oggettivamente potente, coerente, organica”, ma ha poi aggiunto: “Quella cultura si è progressivamente erosa dal momento in cui si è generato il divorzio tra consenso e potere. Ora non c’è più il potere rispetto al consenso”.
La stoccata più dura è arrivata contro l’attuale panorama intellettuale della sinistra: “Avevano gli intellettuali organici: scomparsi tutti, persi nella letteratura ombelicale che non vende, non viene tradotta. Si sono affidati agli influencer, ma hanno scoperto che pure loro sono dei ‘quattrinari’ e hanno sbagliato pure gli influencer. Gli sono rimasti comici, e basta”.
I numeri del ministero e l’identità culturale di destra
Nel suo intervento, il ministro ha rivendicato i risultati ottenuti sotto la sua gestione, citando dati aggiornati al 2024. “I visitatori nei musei e parchi archeologici statali italiani sono stati 60,8 milioni, il 5,4% in più rispetto al 2023. Gli introiti lordi hanno raggiunto i 382 milioni: +23% rispetto all’anno scorso e +50% rispetto al 2019”, ha sottolineato.
Giuli ha poi rilanciato la proposta di abbassare l’IVA sui beni d’arte e ha definito l’azione culturale del governo come “vera e patriottica”, in grado di rappresentare “l’Italia profonda”, sostenendo che il 30% degli italiani si riconosca oggi in un’identità culturale che fino a poco tempo fa veniva liquidata come “sottocultura antisistema”.
Infine, il ministro ha ricordato con orgoglio la sua recente visita al Vittoriale, luogo-simbolo di Gabriele D’Annunzio: “Era dal 1975 che nessun ministro della Cultura tornava lì. Ci sono stato pochi giorni fa, in mezzo a una folla meravigliosa di giovani e non, che se ne infischiano della bile nera della sinistra che ci accusa di fare il Minculpop”.