Otto e Mezzo, Augias contro la destra: “Carpisce voti dalla buona fede della gente, è perfidia elettorale”
Ospite a Otto e Mezzo, il giornalista simbolo della sinistra attacca le destre accusandole di strumentalizzare la religione e ingannare gli elettori
Augias: “La destra usa la religione come strumento di propaganda”
Non ha usato mezzi termini Corrado Augias durante la puntata di Otto e Mezzo condotta da Lilli Gruber su La7. Il giornalista, riferimento culturale della sinistra italiana, ha lanciato un attacco frontale al centrodestra, accusandolo di strumentalizzare la fede a fini elettorali. La miccia è stata accesa dalla stessa conduttrice, che ha dichiarato: “La strumentalizzazione della religione da parte di queste destre è un gioco molto pericoloso. Dal punto di vista della propaganda elettorale funziona, ma io non vedo un grande rispetto, vero, profondo, da parte di questi partiti della religione”.
Un assist che Augias ha raccolto immediatamente: “Non lo vede perché non c’è. È chiaro. Sono voti. Ma lì neanche un Papa potrà fare nulla. Sono voti carpiti dalla buona fede della brava gente. Però sono voti”.
“L’aculeo avvelenato di quei voti”
Il ragionamento del giornalista è proseguito con toni duri e privi di sfumature. Secondo Augias, la strategia delle destre consisterebbe nel catturare consensi “vuoti” ma funzionali: “I voti servono, fanno massa, assicurano una maggioranza. Poi chi se ne importa se non corrispondono a niente. Quella è la perfidia, l’aculeo avvelenato di quei voti”.
Un’accusa esplicita che punta a delegittimare l’attuale maggioranza, considerata il prodotto di un consenso superficiale e manipolato. Il riferimento all’ondata di simpatia per Papa Leone XIV, considerato paladino delle battaglie contro Trump e l’establishment conservatore, sembra implicito nelle parole del giornalista, che si inserisce nel solco della critica al legame tra politica e religione a senso unico.
La chiusura: “Chi cerca legittimità non fa politica, discute in TV”
A chiudere l’intervento, l’ennesima stoccata al mondo politico: “Il politico trascura questo elemento, se no non starebbe lì. Starebbe qui con noi a discutere se sono legittimi o no”. Un commento che sottolinea la distanza – percepita o reale – tra chi governa e chi, come Augias, si pone nel ruolo di osservatore e giudice morale del dibattito pubblico.