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Salvini accelera sull’abolizione del superbollo: “Primo passo prima dell’estate, si può fare a costo zero”

Il ministro dei Trasporti annuncia la volontà di rivedere gradualmente la tassa sulle auto potenti e attacca il Green Deal Ue: “L’elettrico è un esperimento fallito, stop al 2035 di stampo sovietico”

Superbollo, addio più vicino: “Coperture già pronte, agiremo per step”

Matteo Salvini rilancia l’obiettivo della cancellazione del superbollo, la tassa erariale aggiuntiva sulle auto con potenza superiore ai 252 cavalli. «Abbiamo le idee chiare: vale circa 200 milioni l’anno e possiamo coprire quei fondi subito con un decreto ministeriale», ha dichiarato dal palco dell’Automotive Dealer Day di Verona. L’intervento dovrebbe arrivare prima dell’estate, con una revisione graduale delle soglie di applicazione: «Potremmo farlo in due o tre step, alzando la soglia dei cavalli e limitando così l’impatto fiscale».

Il ministro ha chiarito: «Non si tratta di premiare chi ha una Ferrari, ma di rilanciare un settore che produce e vende quelle vetture, creando ricchezza». Il tema è aperto da anni, ma ora – con il sottosegretario Federico Freni al lavoro – la misura appare più vicina alla realizzazione.

Green Deal e auto elettriche: “Il mercato deve decidere, non Bruxelles”

Salvini ha approfittato dell’intervento a Verona per attaccare nuovamente il divieto europeo alla vendita di auto a combustione dal 2035, definendo il piano “una follia”. Secondo il vicepremier, «il tutto elettrico è la morte economica e ambientale del continente» e va completamente riconsiderato: «È un’imposizione di stampo sovietico, serve una svolta pragmatica».

Il ministro contesta la strategia dell’Unione Europea sul clima: «La CO₂ mondiale ha toccato un massimo storico nel 2023: l’Europa incide solo per il 7%, mentre la Cina arriva al 31% e continua a bruciare carbone». Per Salvini, imporre l’elettrico in questo contesto è “il delitto perfetto: la batteria cinese che ti fa entrare nella ZTL mentre tu distruggi l’industria europea”.

Fringe benefit e autovelox: “Serve correzione di rotta”

Nel corso del suo intervento, Salvini ha parlato anche della riforma dei fringe benefit, ammettendo che l’attuale disciplina “non funziona come previsto”: «Se una misura non funziona, va corretta. Sono assolutamente convinto che si debba cambiare direzione». Parole che lasciano presagire un possibile ripensamento da parte del governo.

Infine, una stoccata anche alla gestione degli autovelox da parte dei Comuni e alle tensioni commerciali internazionali, con un’accusa rivolta all’Ue: «Bruxelles si è imposta da sola dei dazi con norme rigide e fuori dal mondo. Trump usa i dazi come merce di scambio, ma l’errore è partito prima da qui».