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Vittorio Feltri va giù duro contro il presidente russo: “Meglio deficienti che complici di Putin”

Il direttore onorario di Libero attacca duramente il presidente russo: “Dà dei deficienti all’Occidente, ma non sa cosa siano libertà e diritti”

L’attacco di Feltri: “Un dittatore che insulta le democrazie”

Vittorio Feltri torna a colpire con una delle sue invettive taglienti, questa volta rivolta direttamente al presidente russo Vladimir Putin, che nei giorni scorsi ha definito “deficienti” i leader di alcune delle più importanti democrazie occidentali. Un attacco che, secondo Feltri, suona grottesco, quasi paradossale: “È come se il re degli imbroglioni desse del baro al Papa, o uno stupratore seriale concedesse patenti di moralità”.

Il giornalista non risparmia giudizi durissimi sul capo del Cremlino, sottolineando come le sue parole siano solo l’ennesima manifestazione di un pensiero autoritario e repressivo. “Putin dice: se l’Europa impone nuove sanzioni alla Russia, fa del male a se stessa. Può anche darsi. Ma se l’Europa se ne stesse zitta e buona davanti al bullo di Mosca, firmerebbe la sua fine politica e culturale”.

Libertà e democrazia: valori incomprensibili per il Cremlino

Per Feltri, l’incapacità del presidente russo di comprendere i fondamenti della convivenza civile e della libertà è evidente. “Putin ha troppe lacune in materia di diritti civili, libertà e convivenza pacifica tra i popoli”, scrive, ribaltando l’epiteto usato dal leader russo contro i governi occidentali. “Anche noi siamo deficienti – nel senso letterale del termine, cioè manchiamo di comprensione – nei confronti delle ragioni di un dittatore che fa della violenza la sua bandiera”.

Un concetto che Feltri porta all’estremo, affermando provocatoriamente: “Mi auguro di non dover mai diventare intelligente. Perché oggi, per Putin, essere intelligenti significa permettergli di annettere un Paese sovrano dopo averlo raso al suolo e aver ucciso migliaia di civili”.

I “complici intelligenti” e il prezzo della libertà

L’editoriale si chiude con un atto d’accusa anche verso chi in Occidente, tra politici, docenti e giornalisti, simpatizza apertamente con Putin o ne giustifica l’aggressione all’Ucraina. “Molti desiderano che ciò accada, per simpatia o per avere bollette del gas più basse. Ogni sistema ha la sua zavorra”, osserva Feltri, parlando di un’“autocondanna” che le democrazie si portano dietro: quella di garantire libertà anche a chi sostiene idee che mettono in discussione proprio quei principi.

“Anche in questo siamo deficienti – conclude con amara ironia – perché non comprendiamo, a differenza dell’intelligente Putin, come si possa impedire la libera circolazione di opinioni, anche di quelle che detestiamo. È il prezzo che i liberali hanno scelto di pagare per abitare la società”.