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“Putin ha il coltello dalla parte del manico”: Di Battista provoca, Friedman replica furioso “Non vuole la pace, svegliati!”

Alla vigilia del vertice di Istanbul, lo scontro tra Friedman e Di Battista incendia lo studio di La7. Tensione su sanzioni, negoziati e responsabilità del conflitto.

La lite in diretta: Friedman contro Di Battista sul ruolo di Putin

È la vigilia del vertice di Istanbul che potrebbe riaprire un canale diplomatico tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, ma l’atmosfera è già rovente, almeno negli studi televisivi. A Dimartedì, talk show in onda su La7, si è consumato un duro scontro tra il giornalista Alan Friedman e l’ex deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista, su chi debba assumersi la responsabilità di far cessare la guerra in Ucraina.

Friedman ha ribadito che il vero banco di prova sarà l’eventuale disponibilità del presidente russo ad accettare l’incontro con Zelensky. “Se Putin non si presenta, si conferma che non vuole la pace”, ha detto, sottolineando come il presidente ucraino si sia già detto pronto al dialogo.

Ma Di Battista ha ribaltato il discorso, accusando l’Occidente e l’Unione europea di alimentare un clima di tensione e “di voler sabotare il negoziato”. Ha definito “politici falliti” i cosiddetti Paesi volenterosi, sostenendo che a contare davvero siano Xi Jinping, Putin e Donald Trump. “Mi auguro che si arrivi a un negoziato, ma c’è chi ha interesse a non farlo”, ha affermato.

Dibba: “Putin ha il coltello dalla parte del manico”, Friedman: “Non vuole la pace”

Lo scontro si è fatto ancora più acceso quando si è toccato il tema delle sanzioni. “Gli hanno applicato 16 pacchetti di sanzioni, ora ne minacciano un 17°, ma lui se ne infischia. La Russia non è crollata, anzi, è più forte di prima e controlla le zone più ricche dell’Ucraina”, ha dichiarato Di Battista, sostenendo che Mosca sia ora sostenuta da un’ampia rete internazionale.

Ha quindi criticato la strategia europea, suggerendo che fin dall’inizio si sarebbe dovuto coinvolgere attori come i Brics e nominare un inviato speciale per l’Ucraina.

La replica di Friedman è stata dura: “Sterile polemica demagogica. Mettitelo in testa: Putin è l’unico che può fermare la guerra, ma non vuole la pace”. Secondo il giornalista, ogni tentativo negoziale si scontra con la volontà del Cremlino di mantenere il conflitto aperto per consolidare la propria posizione militare.

Ironie e accuse: lo scontro personale

In chiusura, Di Battista ha risposto con ironia all’analisi del giornalista americano: “Ora tutto è in mano a Putin? Chapeau, bel capolavoro. Siete stati bravissimi. Parlate di demagogia, ma avete totalmente fallito”. La frase ha provocato nuove tensioni in studio, chiudendo il confronto con un botta e risposta dai toni sempre più personali.

Il vertice di Istanbul, intanto, resta un’incognita. L’attesa è tutta rivolta a capire se Putin parteciperà o meno. In caso contrario, non è esclusa una nuova ondata di sanzioni europee, ma anche ulteriori fratture all’interno del dibattito politico occidentale.