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Sondaggi 2025, stabile FdI, Pd fermo, cresce M5S, appaiate FI e Lega

Nell’ultima Supermedia prima dello stop elettorale, il Movimento 5 Stelle segna l’unico vero balzo nei consensi. Tutti gli altri partiti restano stabili o si muovono appena.

M5S in risalita, Fratelli d’Italia e Pd fermi

L’ultima Supermedia AGI/YouTrend prima del blackout elettorale registra un solo vero vincitore: il Movimento 5 Stelle. La formazione guidata da Giuseppe Conte sale al 12,5%, guadagnando 0,7 punti percentuali rispetto all’aggiornamento di due settimane fa. Un dato significativo, soprattutto in vista del referendum dell’8 e 9 giugno, dopo il quale sarà possibile tornare a pubblicare sondaggi solo a partire dal 12 giugno.

Nessun guadagno, invece, per i partiti principali. Fratelli d’Italia, nonostante l’intervento di Giorgia Meloni alla Camera su Gaza, riarmo e sanità, resta fermo al 30%, perdendo un marginale 0,1%. Situazione simile per il Partito Democratico, stabile al 22% (-0,1%), otto punti sotto il partito della premier.

Il podio resta invariato: primo FdI, secondo Pd, terzo M5S, con il movimento che però si conferma il più dinamico nell’ultima rilevazione.

FI e Lega arrancano, piccoli partiti si muovono poco

Tra gli alleati del centrodestra, Forza Italia scende al 9% (-0,2%), mentre la Lega di Matteo Salvini cala lievemente all’8,7% (-0,1%). Il centrodestra nel complesso, pur restando maggioranza virtuale, perde 0,2 punti e si attesta al 48,7%.

Nel centrosinistra, Alleanza Verdi e Sinistra di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli guadagna un modesto +0,1%, salendo al 6,3%. Crescono leggermente anche +Europa (1,8%, +0,1%) e Azione di Carlo Calenda, che arriva al 3,5% (+0,2%).

Stabile invece il Terzo Polo al 5,9%, mentre Italia Viva di Matteo Renzi perde un decimale e scende al 2,5%. Noi Moderati, formazione guidata da Maurizio Lupi, sale all’1,1% (+0,1%).

Cultura, attacchi e mobilitazione referendaria al centro del dibattito

L’ultima settimana è stata segnata anche dalle polemiche nel mondo culturale, dopo gli attacchi del ministro Alessandro Giuli contro Elio Germano e Geppi Cucciari. Le reazioni non si sono fatte attendere: da Sorrentino a Bellocchio, oltre 100 artisti hanno firmato una petizione in difesa del settore culturale. Intanto, i partiti di opposizione intensificano la mobilitazione per il referendum di giugno, nella speranza di riportare l’attenzione su temi sociali e lavorativi.