Carlo Calenda leader di Azione durante incontro con i suoi sostenitori, sul tema dell'industria italiana, Genova, 16 gennaio 2025. ANSA/LUCA ZENNARO
Il leader di Azione attacca l’ex premier sul Superbonus e sulla politica estera: “Egomania allo stato puro, racconta fake news sull’Europa”
Carlo Calenda, segretario di Azione, torna ad attaccare frontalmente Giuseppe Conte, accusandolo di aver gestito in modo disastroso il Superbonus 110%. «Conte col bonus 110% ha sprecato 200 miliardi», afferma senza mezzi termini. Per Calenda, la misura fortemente voluta dall’ex premier ha rappresentato un colpo alle finanze pubbliche senza produrre benefici strutturali all’economia.
L’intervento arriva nel pieno del dibattito politico sulla gestione delle risorse pubbliche e sulle misure economiche passate. Il leader di Azione sostiene che i fondi impiegati potevano essere destinati a interventi più efficaci e duraturi.
Ma l’attacco di Calenda non si ferma al tema economico. Il leader centrista critica duramente anche le recenti dichiarazioni di Conte sulla guerra in Ucraina e sul rapporto con Mosca. «L’ho sentito andare in giro per tutte le televisioni dicendo che lui avrebbe chiamato Putin. Capisco l’egomania, ma Putin l’ha chiamato Trump e Putin gli ha fatto una pernacchia», ironizza Calenda, accusando l’ex presidente del Consiglio di diffondere «fake news sull’Europa».
Il riferimento è alle parole di Conte, che nei giorni scorsi aveva lasciato intendere che con un approccio diplomatico più diretto si sarebbe potuto evitare l’escalation del conflitto. Una posizione che, per Calenda, travalica la realtà e alimenta l’illusione che l’Italia possa risolvere la crisi internazionale con una telefonata.
Le parole di Calenda confermano la distanza ormai abissale tra Azione e il Movimento 5 Stelle. Le divergenze si estendono su ogni fronte: economico, sociale e geopolitico. Per il segretario di Azione, Conte rappresenta una politica «populista e irresponsabile», incapace di affrontare con serietà e competenza le sfide del presente.
Lo scontro tra i due non sembra destinato ad attenuarsi, soprattutto in vista degli appuntamenti politici e referendari delle prossime settimane, in cui la competizione tra centristi e pentastellati si gioca anche sull’eredità del passato recente e sulla credibilità delle proposte future.