Arianna Meloni: “Noi difendiamo il 41bis, la sinistra andava a trovare i mafiosi in carcere”
La sorella della premier interviene a Caivano e rivendica l’impegno del Governo nella lotta alla mafia. “Falcone e Borsellino ci hanno insegnato da che parte stare”.
Caivano, Arianna Meloni attacca la sinistra sul 41bis
Durante l’evento “Il coraggio di cambiare”, organizzato da Fratelli d’Italia a Caivano, in provincia di Napoli, Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio, ha lanciato un attacco politico diretto sul tema della lotta alla mafia. “Il Governo Meloni ha difeso il 41bis mentre qualcuno della sinistra preferiva andare a trovare i mafiosi in carcere”, ha dichiarato di fronte alla platea.
Il riferimento è al regime carcerario di massima sicurezza destinato ai detenuti per reati mafiosi e terrorismo, su cui l’esecutivo ha ribadito più volte una linea di tolleranza zero.
“Il nostro impegno nasce con Falcone e Borsellino”
Nel suo intervento, Arianna Meloni ha ricordato come la spinta politica di molti attivisti della destra sia nata in un preciso momento storico: “Il nostro impegno è nato proprio con l’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino. In quel momento decidemmo di lavorare per cambiare le cose, di costruire un mondo basato sulla legalità”.
Secondo la dirigente di Fratelli d’Italia, “Falcone e Borsellino volevano consegnare la Sicilia ai siciliani, hanno quindi scelto la comunità e le persone. E questi insegnamenti ce li siamo portati dietro”, ha affermato.
“Concreta lotta alla mafia e pene più dure”
Nel passaggio finale del suo intervento, Meloni ha rivendicato l’azione di governo in tema di contrasto alla criminalità organizzata: “Poi giunti al Governo, dove nessuno pensava saremmo mai arrivati, abbiamo continuato a lottare concretamente contro la mafia, ad inasprire le pene per i mafiosi”.
Il comizio, tenutosi in una delle aree simbolo delle difficoltà sociali del Mezzogiorno, ha inteso rimarcare la linea di Fratelli d’Italia sul fronte della sicurezza e del rilancio dei territori. “Le Caivano d’Italia”, ha concluso, “possono risorgere solo se lo Stato torna a essere forte, presente e credibile”.