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“Mi attaccano anche se i treni arrivano in orario”: Salvini minimizza i ritardi e accusa cantieri e scioperi

Il ministro dei Trasporti replica dalle Dolomiti: “Record di passeggeri, ma nessuno lo dice. Non chiudo i cantieri per far contenti i critici”

Salvini ironizza sui ritardi: “Se i treni funzionassero, mi attaccherebbero lo stesso”

Intervenuto al Festival dell’Economia di Trento, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha liquidato con sarcasmo le polemiche sui ritardi ferroviari che nelle ultime settimane hanno infiammato stampa e opposizione. “Se i treni arrivassero in orario mi attaccherebbero per quello”, ha detto con tono provocatorio, difendendo le scelte del ministero e puntando il dito contro scioperi, cantieri aperti e una domanda record da parte dei passeggeri.

“Potrei migliorare la puntualità, ma a che prezzo?”

Il leader della Lega ha quindi spiegato che una piccola riduzione dei ritardi sarebbe possibile, ma solo tagliando interventi strutturali in corso: “Potrei guadagnare un 2% di puntualità chiudendo alcune centinaia di cantieri, ma non farei un buon servizio né ai trentini né agli italiani”.

Secondo Salvini, l’attuale fase di disagio è il prezzo inevitabile per modernizzare la rete ferroviaria. “Stiamo investendo come mai prima, ma i risultati si vedranno. Le critiche? Le prendo, ma vado avanti”, ha dichiarato.

L’accusa: “Critiche politiche, non tecniche”

Il ministro ha sottolineato come le accuse sui ritardi siano spesso strumentali: “In Italia quando si fanno i lavori, si protesta. Quando non si fanno, pure”. Ha poi ricordato che proprio nel 2024 si stanno registrando numeri da record sul fronte della mobilità ferroviaria, con flussi passeggeri crescenti e una rete sotto pressione.

“Gli attacchi sono il solito sport nazionale”, ha concluso, rilanciando l’impegno del governo nel Pnrr e nei progetti infrastrutturali strategici per il Paese.

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Lorenzo Costantino