Il direttore onorario di Libero difende il ruolo dell’informazione: “Non spetta al cronista censurare le sciocchezze della politica, anche se sono ridicole. A noi fanno ridere”
Vittorio Feltri entra nel merito del dibattito sull’informazione politica e lo fa a modo suo, difendendo il diritto-dovere del giornalista di riportare integralmente le dichiarazioni pubbliche, anche quando queste risultano, a suo giudizio, “ridicole” o “incoerenti”. Nessuna censura, nemmeno quando si tratta delle “boiate” della segretaria dem Elly Schlein.
“Non è compito del giornalista scremare l’informazione epurandola da ciò che pare a lui superfluo o sciocco. Non è colpevole delle corbellerie che certi personaggi proferiscono”, afferma Feltri, criticando chi accusa i media di dare spazio a contenuti poco consistenti.
Secondo l’ex direttore di Libero, l’importanza di una dichiarazione è direttamente proporzionale al ruolo istituzionale di chi la pronuncia. E dunque, anche le uscite più controverse o surreali dei leader di partito devono essere riportate per dovere di cronaca.
“Sarebbe grave non dare peso o addirittura censurare talune dichiarazioni solo perché sembrano idiote. E ciò che è inutile per te, può interessare qualcun altro”, ribadisce, invitando la stampa a “spalancare le prospettive”.
Poi, la stilettata a Elly Schlein e alla sinistra, colpevoli – secondo Feltri – di esaltarsi per ogni vittoria comunale come se fosse una rivoluzione:
“Fa ridere che questi progressisti, ogni volta che conquistano una città, si sentano pronti a governare l’universo o a colonizzare Marte, battendo Elon Musk sul tempo”.
Per il giornalista, la conquista di Genova e Ravenna non rappresenta nulla di storico: sono città tradizionalmente governate dalla sinistra, e il loro valore, in termini elettorali nazionali, sarebbe minimo. “Ora pare che possano governare l’Italia intera. Ma sono solo due città su centinaia”, ironizza.
Feltri definisce delirante ogni ipotesi di crisi di governo ventilata dall’opposizione: “Parlare di elezioni anticipate è una forma di delirio”, dice, ricordando che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è già entrato tra i cinque più longevi della storia repubblicana.
“Abbiamo un governo solido, che ha superato anche certi limiti temporali che i recenti governi di sinistra non hanno oltrepassato”.
In chiusura, l’affondo più ironico è ancora rivolto alla leader dem:
“Non capisco dove questa minoranza veda segnali di malcontento verso la maggioranza. Forse Schlein li sogna di notte. E questo spiegherebbe certe uscite bizzarre”.