Rosy Bindi demolisce Renzi e Calenda, “Questi due signori, quando si mettono insieme è peggio di quando sono separati”
L’ex ministra attacca i leader centristi, difende la manifestazione per Gaza e accusa l’Europa di complicità nei crimini di Israele
Rosy Bindi rompe il silenzio e lo fa con parole durissime, che scuotono il dibattito politico sulla guerra in Medio Oriente. Ospite di Tagadà, su La7, l’ex presidente del Pd si scaglia contro Matteo Renzi e Carlo Calenda, colpevoli – a suo dire – di usare argomenti “pretestuosi” per giustificare la loro assenza dalla manifestazione per Gaza indetta da Pd, M5s e Avs il prossimo 7 giugno.
La ragione del dissenso? La mancata aggiunta, nella piattaforma dell’evento, della proposta dei due ex leader del Terzo Polo contro l’antisemitismo. Una scelta che ha riavvicinato i due “nemici-amici” in una nuova iniziativa comune a Milano il 6 giugno. Ma per Bindi, si tratta dell’ennesimo teatrino autoreferenziale.
“Questi due signori, quando si mettono insieme è peggio di quando sono separati”, ironizza. “Perché tutti questi distinguo? La bilancia è sbilanciata da una parte sola: quella di Israele. Ed è lì che bisogna intervenire”.
Netanyahu sotto accusa: “Il primo vero antisemita”
Le parole più forti, tuttavia, Bindi le riserva al premier israeliano Benjamin Netanyahu, già nel mirino della comunità internazionale per la gestione della guerra a Gaza. L’ex ministra non ha dubbi:
“Le democrazie non si comportano così. E chi continua a definire Israele l’unica democrazia della regione, dovrebbe guardare i crimini che sta commettendo. La verità è che il primo antisemita è Netanyahu”.
Un’accusa che rovescia completamente la narrazione dominante, quella secondo cui chi difende Gaza finisce per essere automaticamente bollato come antisemita. “È un argomento pretestuoso – dice Bindi – che serve solo a mettere a tacere chi si oppone a un massacro”.
L’Europa complice: “Noi sappiamo tutto, ma non facciamo nulla”
Bindi non risparmia neppure l’Unione europea e in particolare l’Italia, che – a suo giudizio – continuano a coprire con il silenzio ciò che accade nella Striscia di Gaza. “Le nostre responsabilità sono enormi – attacca – perché noi non potremo mai dire che non sapevamo. Sappiamo benissimo cosa sta succedendo. Eppure non facciamo nulla”.
Nemmeno il richiamo al dialogo, avanzato in Aula dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, convince Bindi:
“Sì, ma per dialogare non è necessario continuare a fornire armi a Israele o avere rapporti diplomatici con uno Stato che si sta macchiando di un crimine del genere. Abbiamo messo le sanzioni alla Russia. Perché non farlo con Israele?”.
La politica estera tradita
Infine, un richiamo alla tradizione diplomatica italiana, che – secondo Bindi – è stata stravolta dall’attuale governo:
“La nostra politica estera ha sempre tutelato la dignità del popolo palestinese. È sempre stata per due popoli e due Stati. Ma oggi quell’equilibrio è stato sacrificato sull’altare delle convenienze geopolitiche. Ed è inaccettabile”.