Il premier israeliano minimizza la crisi umanitaria nella Striscia e accusa le ONG di diffondere bufale. Intanto l’ONU conferma: bambini muoiono di fame ogni giorno.
Le immagini di civili palestinesi ammassati per un po’ di cibo? Una montatura. I report dell’ONU e delle ONG che parlano di carestia? Fake news. A sostenerlo è Benjamin Netanyahu, che in un intervento alla conferenza dell’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto ha definito “menzogne” le accuse rivolte a Israele di affamare la popolazione di Gaza.
Secondo il primo ministro israeliano, non esisterebbe alcuna emergenza alimentare: «Abbiamo fornito 1,8 milioni di tonnellate di cibo e aiuti. È una quantità enorme. Ed è per questo che non c’è stata affatto una carestia di massa», ha dichiarato. Poi ha rincarato la dose con un’affermazione che ha sollevato indignazione a livello internazionale: «Abbiamo migliaia di prigionieri. Li fotografiamo e non se ne vede uno denutrito. Anzi, molti sono ingrassati: nei tunnel si fa poca attività fisica, ma si mangia».
Una narrazione che si scontra frontalmente con i dati pubblicati dalle Nazioni Unite, dall’UNRWA e dalle principali organizzazioni umanitarie. Il bilancio, aggiornato a maggio 2024, è agghiacciante: 470.000 persone si trovano in una condizione di fame catastrofica (Fase 5 dell’IPC), e l’intera popolazione della Striscia di Gaza — oltre due milioni di persone — soffre di insicurezza alimentare acuta.
Dal 2 marzo, infatti, Israele ha intensificato il blocco, impedendo l’ingresso di cibo, acqua, medicinali e carburante. «Le famiglie a Gaza stanno morendo di fame mentre il cibo è bloccato al confine», ha denunciato Cindy McCain, direttrice del World Food Programme delle Nazioni Unite. «Se aspettiamo la conferma ufficiale di una carestia, per molti sarà già troppo tardi».
Secondo l’UNRWA, decine di bambini sarebbero già morti per denutrizione, mentre altri 71.000 sono a rischio grave di malnutrizione acuta, insieme a oltre 17.000 madri. Philippe Lazzarini, capo dell’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, ha parlato chiaro: «Israele sta usando la fame come arma di guerra».
La negazione da parte di Netanyahu ha sollevato una valanga di critiche. Per molte organizzazioni e governi internazionali, si tratta di una dichiarazione surreale, che ignora una realtà documentata da centinaia di testimonianze e dossier ufficiali.
Mentre il premier israeliano insiste sul fatto che «si colpisce Hamas, non i civili», i numeri raccontano un’altra storia. Quella di una popolazione stremata, priva di mezzi di sussistenza, e sempre più isolata. E intanto il mondo assiste, con crescente sgomento, al collasso umanitario in atto.