Feltri escluso dal festival “Il fiume dei libri”. La sua partecipazione, inizialmente prevista, è stata annullata dopo le proteste della maggioranza guidata dal Pd.
Nuova bufera politica attorno al nome di Vittorio Feltri, direttore editoriale de Il Giornale e figura centrale del giornalismo italiano. Il suo nome era inizialmente inserito tra gli ospiti della rassegna letteraria “Il fiume dei libri”, organizzata a Lodi, ma la sua presenza è poi misteriosamente scomparsa dal programma. Alla base della decisione ci sarebbero forti pressioni da parte della maggioranza consiliare, guidata dal sindaco Andrea Furegato del Partito Democratico.
La scelta di escludere Feltri ha immediatamente suscitato un acceso dibattito tra maggioranza e opposizione, con il centrodestra che accusa la giunta lodigiana di aver ceduto alla “censura ideologica”.
Intervistato dal quotidiano Il Cittadino, Vittorio Feltri ha minimizzato l’accaduto, lasciando comunque trasparire un certo disappunto: “Se non mi vogliono io non vengo, figuriamoci: non sono né misogino, né quanto dicono loro. Ma poi, di quello che pensano di me non mi importa niente. Un altro impegno non esiste: sarei venuto a Lodi, ma dopo che ho saputo ciò che pensa di me una parte della coalizione, è chiaro che non vengo a fare un dispetto a nessuno”.
Una presa di posizione netta che chiude ogni ipotesi di ripensamento, trasformando il caso in un vero e proprio scontro culturale.
Non si è fatta attendere la reazione del centrodestra. In particolare, è intervenuto il presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Francesco Filipazzi, che ha attaccato duramente l’amministrazione comunale: “Ancora una volta abbiamo la dimostrazione che la giunta di Lodi è in ostaggio della sinistra radicale. Oggi vediamo che l’assessorato alla cultura non può proporre un festival letterario se non paga dazio alla componente più ideologizzata e retriva della coalizione. Vittorio Feltri è un grande del giornalismo italiano: averlo a Lodi sarebbe stato un arricchimento. Non si capisce che paura si può avere, se non quella di confrontarsi con un punto di vista diverso”.
Il caso sembra destinato a infiammare ancora il dibattito politico locale e nazionale, soprattutto in vista delle prossime scadenze elettorali e culturali.