Vannacci sfida la CGIL e il Pd, “Il referendum? Va cancellato”
Roberto Vannacci e Matteo Salvini inaugurano la campagna contro il referendum in una serata blindata a Firenze. La Lega punta sulla Toscana.
Magliette, slogan latini e un messaggio chiaro
«Referendum delendum est», è la scritta sulla maglietta che Roberto Vannacci mostra con orgoglio a Matteo Salvini prima di una cena a Firenze con oltre 700 sostenitori del comitato “Il mondo al contrario”. Tradotto: il referendum “deve essere cancellato”. È così che il generale dà il via a un evento che ha il sapore del preludio elettorale e che segna l’ennesimo affondo del fronte leghista contro la consultazione dell’8 e 9 giugno.
«Me l’ha spedita uno dei nostri da Napoli», racconta Vannacci, mentre indossa la maglietta sotto la giacca. Accanto a lui, Salvini ironizza sulla sua assenza al voto: «Quel weekend i miei figli mi vedranno un po’ di più».
“Un’assurdità senza senso”: la linea leghista sul referendum
Dal palco, Vannacci attacca con fermezza: «Non esiste alcuna motivazione seria per questi quesiti. I primi quattro sul lavoro? Approvati dalla sinistra, che ora li vuole demolire. E quello sulla cittadinanza? È ridicolo. Gli immigrati non sono apolidi: hanno già una cittadinanza, che sia egiziana, marocchina o pakistana». Il generale rilancia poi un’accusa già avanzata più volte: «Maurizio Landini vuole 2,5 milioni di nuovi italiani per avere nuovi voti. Ma il lavoro si paga con il salario, non con la cittadinanza».
Salvini, dal canto suo, dosa le parole: «Tra l’aprire le porte a tutti e l’invasione incondizionata, serve una via di mezzo». Poi ribadisce il ruolo centrale del generale nella strategia leghista: «È il vicesegretario del partito. Se domani mi investe un trattore, tocca a lui proseguire».
La Toscana nel mirino e le tensioni interne
Il centrodestra è già in fermento per le regionali in Toscana e la Lega punta ad avere un punto di riferimento chiaro: «Vannacci avrà un ruolo fondamentale», annuncia Salvini, lasciando intendere che, pur restando a Bruxelles, sarà il volto della campagna nel territorio. Eppure la serata fiorentina non ha visto la partecipazione di nessun consigliere regionale leghista: un segnale di tensione interna. Presente solo il segretario regionale Luca Baroncini.
Vannacci cerca di chiudere la polemica con Elena Meini, capogruppo leghista indicata come candidata senza il suo coinvolgimento: «È acqua passata, ci siamo chiariti».
Il centrodestra cerca il candidato, ma il tempo stringe
Né Salvini né Vannacci si sbilanciano sul nome di Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia in quota Fratelli d’Italia e possibile candidato unico del centrodestra. Ma il leader leghista avverte: «Serve decidere in fretta, ci vedremo nei prossimi giorni».
Quanto ai sondaggi che danno la coalizione in ritardo di 20 punti, Vannacci sfodera una citazione bellica: «Come in guerra, c’è sempre l’effetto sorpresa. Anche Kamala Harris doveva vincere». Infine, Salvini chiude con una battuta sul vino e le polemiche toscane: «Nella terra di Amici Miei ci si scandalizza per una battuta? Forse Giani è nervoso perché non è ancora stato ricandidato».