Ungheria choc profughi in viaggio stipati sui vagoni chiusi

Continuano a fare discutere le foto che arrivano dall’Ungheria con i profughi stipati in vagoni di treni blindati con le finestre chiuse per non permettere di scappare e darsi alla clandestinità.

Un modo disumano per trattare le persone che  sta provocando le proteste di molti paesi dell’Unione Europea.

Altro provvedimento del governo ungherese che sta facendo molto discutere è la creazione di un muro invalicabile ai confini con la Serbia per non permettere ai profughi di entrare senza alcun controllo in Ungheria.

Sono 80mila i clandestini che dall’inizio del 2015 sono entrati in Ungheria ma di questi 80mila quasi la totalità 75mila ha abbandonato il paese dell’est europeo per cercare fortuna in altri nazioni della comunità europea come Austria, Germania e Regno Unito.

I profughi hanno paura in Ungheria del governo che è contrario all’ingresso di clandestini nel proprio paese tanto da predisporre delle barriere di filo spinato alle frontiere con altri paesi.

Il governo ungherese sta adottando delle misure molto criticate nei confronti dei profughi.

L’ultima, in ordine di tempo, è stato allestire un vagone solo per migrati rigorosamente con le porte chiuse che è stato aggiunto al treno intercity che è partito da Pecs nel primo pomeriggio di ieri per arrivare alla capitale Budapest.

Il treno “sigillato” dalla polizia conteneva profughi provenienti dall’Afghanistan e dalla Siria tra i quali vi erano donne e bambini piccolissimi. La misura è stata intrapresa dal governo ungherese per impedire che i profughi potessero fuggire dal vagone e diventare dei clandestini.

La notizia ha provocato parecchio scalpore tra l’opinione pubblica ungherese e molti sono stati i commenti negativi circa il provvedimento adottato dal governo.

Negli scorsi giorni i giornali ungheresi avevano reso noto che al confine con la Serbia i soldati ungheresi stavano costruendo un muro molto alto per evitare che i profughi potessero penetrare nel paese da quella zona difficilmente controllabile.

Janos Lazor, vice presidente del consiglio ungherese, ha così commentato i provvedimenti restrittivi contro i profughi: “Questa gente doveva essere fermata e registrata già in Grecia, perché sono entrati nell’Ue da lì. A quel che mi risulta, nei Balcani non c’è attualmente alcuna guerra. Hanno pagato trafficanti, in Serbia, e vengono trasportati a bordo di autobus fino al confine ungherese. Costruiamo una barriera proprio per farla finita con tutto questo”.

Il governo ha reso noto che saranno presto costruiti nuovi campi per ospitare i profughi al confine del paese e la clandestinità non sarà punita con una semplice contravvenzione ma d’ora in poi sarà considerato un reato.

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Lorenzo Costantino