Taranto il web si commuove per l’abbraccio tra la manifestante e l’agente, il poliziotto racconta: “piangevo perchè sono un miracolato, sono guarito da un tumore”

Taranto il web si commuove per l’abbraccio tra la manifestante e l’agente, il poliziotto racconta: “piangevo perchè sono un miracolato, sono guarito da un tumore”

La foto della manifestante anti Ilva e del poliziotto che si sono abbracciati durante una manifestazione di protesta avvenuta nel corso della visita del premier Renzi è diventata in pochissimo tempo virale.

La bellissima frase detta dalla donna al poliziotto poi il successivo abbraccio ha commosso tutti: “Io lo so che siete anche voi con noi, lo so. Perché siete padri, fratelli, siete come gli operai dell’Ilva: portate il pane a casa. Poveri cristi, come noi”.

Sulla pagina Facebook di Agente Lisa della Polizia di Stato sono apparse le dichiarazioni del poliziotto che ha abbracciato la manifestante.

Il poliziotto ha svelato di aver pianto: “Quando ho letto quel cartello ho provato un colpo al cuore, in un attimo ho ripercorso quei momenti brutti e mi sono commosso. Non sono riuscito a trattenere le lacrime sotto il casco, la signora deve aver intuito qualcosa e mi ha abbracciato. Oggi mi sento un miracolato e fortunato per aver avuto sempre tanti colleghi che mi sono stati vicino'”.

La manifestante ha svelato il suo nome, si chiama Elena ed ha spiegato perché ha manifestato contro il premier Matteo Renzi.

La signora Elena ha raccontato che ha un figlio che è un avvocato di soli 29 anni che è in chemioterapia: “Io non contestavo il MarTa (il Museo archeologico visitato dal presidente del consiglio), perché da tarantina ne sono stata sempre orgogliosa. Ma avrei voluto vedere Renzi inaugurare un reparto di oncoematologia pediatrica, che qui manca, o un centro di eccellenza medica. A Reggio Emilia l’hanno finito in cinque anni. È difficile capire il disagio finché non ci si scontra. Noi per andare a fare la chemio a Castellaneta abbiamo pagato 220 euro per l’ambulanza privata e dobbiamo ringraziare medici e infermieri eroi che in pochi  mantengono un reparto con 1.500 pazienti”.