Sanremo choc, gli Statuto eliminati pubblicano la lista dei cantanti ammessi

Accade spesso che Sanremo porti con se polemiche, scoop e colpi di scena, insomma pane per il gossip. Ma questa volta la notizia su Sanremo che sta facendo discutere è stata resa nota ben due mesi prima l’inizio della trasmissione rai più attesa dell’anno.

E’ accaduto che un gruppo, gli Statuto, ad un passo dall’inclusione tra quelli ammessi è stato escluso e ha deciso di rivelare quali cantanti, invece, sono stati ammessi prima che Carlo Conti lo dicesse pubblicamente e così ha scritto il seguente post: «Come preannunciato ieri, oggi confermiamo che noi Statuto NON parteciperemo al Festival di Sanremo. Nel momento di chiudere i giochi e scegliere i 20 big, la nostra canzone è stata scartata. È comunque stata in “gioco” fino all’ultimo e vogliamo ringraziare tutti voi perché la commissione del Festival ha notato e considerato l’apporto dei nostri “fans” e amici nel volerci sul palco dell’Ariston. E allora noi teniamo la nostra canzone »in frigo« e insieme a voi ci adopereremo per tornare al Festival nel 2018. La visibilità che ci avrebbe ridato il Festival ci avrebbe garantito la pensione.. ma di questi tempi, tutte le pensioni “slittano”.. e slittiamo anche noi!» e poi snocciolano i nomi degli ammessi con la relativa casa discografica: «Fiorella Mannoia (Sony), Francesco Renga (Sony), Marco Masini (Sony), Chiara Galiazzo (Sony), Giusy Ferreri (Sony), Fabrizio Moro (Sony), Sergio Sylvestre (Sony), Gigi D’Alessio (Sony), The Kolors (Baraonda), Elodie (Universal), Fausto Leali o Michele Zarrillo (entrambi con Universal), Clementino (Universal), Nesli (Universal) o Briga (Honiro/SONY) o Baby K (Sony), Paola Turci o Ron (Warner), Marco Carta o Renzo Rubino (Warner), Francesco Gabbani (BMG), Amara in duetto con Paolo Vallesi (IDA), Ermal Meta (Mescal), Loredana Berté (Warner) o Al Bano (Sony) o I Nomadi (Indi Records), Samuel dei Subsonica (Sony) o Levante (Carosello), Ludovica Comello (casa discografica da definire), Bianca Atzei (Baraonda) o Raphael Gualazzi (Sugar)».

 

Subito dopo questa pubblicazione,inevitabilmente sono scoppiate le polemiche e allora gli Statuto hanno rimediato dicendo che i nomi da loro detti erano “frutto di una ricerca fatta su vari siti dove erano dati come quasi sicuri gli stessi nomi”.