Taranto, bimba di 7 anni muore di leucemia. Appello allo Stato: “Figlia di una città maledetta”

“Ambra aveva sette anni e ancora qualche regalo da aprire prima di lasciare qui il suo corpo privo di respiro. Era figlia di disoccupati. Era figlia di Taranto, la città che ogni maledetto giorno, da cinquant’anni a questa parte, piange la scomparsa di cittadini, senza distinzione di sesso, età e ceto sociale, per interessi di pochi”.

Comincia così una lettera inviata dal gruppo dei ‘Genitori tarantini’ al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al governo, al presidente della Regione Puglia e al sindaco di Taranto, all’indomani della morte di una bambina di 7 anni che ha combattuto per due anni contro la leucemia. Una morte che i ‘Genitori tarantini’ mettono in relazione all’inquinamento della grande industria con in testa l’Ilva.

“Dovreste essere voi, signori – aggiungono gli autori della missiva – con le più alte cariche che la democrazia prevede, a chinare il capo, oppressi da quel senso di vergogna che martella il cervello senza tregua. Voi che, pur di non decidere, decidete che un’industria altamente inquinante debba essere venduta. Voi che, pur di venderla, stendete tappeti rossi – osservano riferendosi all’Ilva – cosparsi di petali di immunità penale ai piedi dei nuovi acquirenti, ancora più violenti e menefreghisti dei precedenti”.

Alle più alte cariche dello Stato i ‘Genitori tarantini’ dicono: “Avreste potuto cambiare il corso della storia e non avete voluto farlo, chiediamo se avete una coscienza, sicuri che mentirete ancora rispondendo sì. Ambra aveva sette anni e ancora tanti regali da aprire”