Assalto con tecniche militari sparati 130 colpi di Kalashnikov  a due furgoni portavalori sull’A12, arrestata banda pugliese

Due Bmw station wagon. Una Jaguar. Una Ford. Fucili mitragliatori. Fucili a pompa. Otto chilometri di autostrada bloccati nella notte del 30 settembre 2016. Automobilisti minacciati con le bocche dei Kalashnikov puntate sui finestrini.

E più di venti minuti per cercare di scardinare le difese di un furgone blindato della Mondialpol che quella notte, sulla A12 tra Rosignano e Collesalvetti, trasportava quasi 6 milioni di euro in contanti. Otto banditi responsabili di quell’assalto sono stati arrestati nella notte del 30 agosto al termine di undici mesi di inchiesta delle Squadre mobili di Foggia e Pisa, che hanno lavorato con le questure di Livorno e Ancona, sotto la direzione del Servizio centrale operativo della polizia e della Procura di Pisa.

Un minuzioso incrocio di testimonianze, intercettazioni e analisi delle telecamere per inchiodare una “batteria” di Cerignola, la piccola città in provincia di Foggia che ormai da decenni alleva la scuola di rapinatori più violenti e strutturati d’Europa. Gli unici in grado di muoversi e coordinarsi con tecniche militari.

L’inchiesta della polizia è infatti partita dall’analisi di una scena del crimine che sembra un quadrante di guerra trapiantato nella provincia toscana. Il conflitto a fuoco quella notte fu feroce: oltre 130 colpi sparati dai rapinatori; una trentina esplosi dalle guardie giurate nel tentativo di difendersi.

La cronaca di quel 30 settembre 2016 inizia intorno all’una di notte, quando le due Bmw si fanno sorpassare dai furgoni portavalori (uno fa da scorta).

A quel punto scatta il blocco dell’autostrada: i banditi usano lampeggianti e palette come quelli delle forze dell’ordine; scendono dalle Bmw e costringono gli altri automobilisti a fermarsi; li minacciano con i fucili (un colpo esploso verso un uomo che prova a reagire, un kalashnikov puntato addosso a un padre che viaggia con la moglie e due bambini di 1 e 5 anni); i rapinatori mettono le auto ferme di traverso sulla carreggiata, in modo da creare un blocco totale; portano via tutte le chiavi e si allontanano, spargendo sull’asfalto centinaia di chiodi d’acciaio a quattro punte.

 Nello stesso momento, sulla carreggiata dell’autostrada in direzione opposta, gli altri rapinatori sulla Jaguar hanno provocato un blocco analogo, con l’aggiunta di una pesante catena tirata tra i due guardrail davanti alla galleria.
Risultato dell’azione, perfettamente coordinata: 8 chilometri di autostrada deserti e inaccessibili, uno spazio isolato nel quale la Ford (che a breve sarà raggiunta dalle Bmw e dalla Jaguar) ha già ingaggiato il conflitto a fuoco con le guardie sui due furgoni. L’attacco alla fine fallisce: perché le moderne difese del portavalori resisteranno alle mototroncatrici con le quali, per quasi 20 minuti, i rapinatori provano a squarciare le lamiere per raggiungere i 6 milioni di euro.