13enne viveva segregata, era stata venduta come sposa per 15mila euro dal papà ad un suo conoscente

Grazie a un gioco su uno smartphone una minorenne serba, residente vicino Firenze, ridotta in schiavitù dal padre e promessa sposa in Francia per 15mila euro, è riuscita a lanciare l’allarme e a salvarsi. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Firenze, hanno preso avvio nell’agosto dello scorso anno a seguito della segnalazione di un centro antiviolenza fiorentino, allertato, a sua volta, da una telefonata proveniente dalla Sicilia che indicava una situazione di pericolo per una minore residente a Firenze, in zona Piagge, della quale si conosceva soltanto il nome.

Gli agenti hanno individuato il nucleo familiare nel quale la piccola viveva e l’appartamento dove la ragazzina era tenuta segregata. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il padre della bambina ha esercitato per anni sulla figlia “poteri corrispondenti al diritto di proprietà”. L’accordo, raggiunto con il padre del ragazzo circa quattro anni fa, prevedeva che la bambina, allora 13enne, sarebbe dovuta andare in sposa al giovane connazionale, in cambio del pagamento di una somma pari a 15mila euro.

Secondo quanto emerso dalle indagini, dieci mesi dopo l’accordo, la famiglia del futuro sposo è tornata in Italia per suggellare il fidanzamento; nell’occasione è stata versata, quale anticipo, la somma di 4mila euro, ed è stato stabilito dalle due famiglie che la ragazza avrebbe dovuto essere portata in Francia. Fino a tale data, la minorenne avrebbe dovuto mantenere la verginità, dimagrire per ritrovare la forma del primo incontro e imparare a svolgere le faccende domestiche, pena la restituzione della somma versata. La ragazzina è riuscita a salvarsi grazie ad un gioco per smartphone: collegandosi ad una rete internet wifi libera è riuscita ad avvisare un coetaneo in Sicilia, che ha allertato un centro antiviolenza che a sua volta ha denunciato l’episodio alla polizia.

La ragazza, ora 17enne, è stata portata in un luogo protetto. Il padre è stato condotto nel carcere fiorentino di Sollicciano.