Puglia, dimenticato tutta la notte nel Pronto Soccorso su una barella senza che nessuno, fra medici e infermieri, sapesse della sua presenza

Una notte trascorsa su una barella senza che nessuno sapesse della sua presenza. Un giovane di 32 anni è stato dimenticato in una angolo del Pronto Soccorso per un’intera notte, i medici e infermieri non ne sapevano nulla.

Il 32 anni (E.P. le iniziali del suo nome) che giovedì sera (5 ottobre) è stato trasportato presso il nosocomio dal personale del 118, a seguito di un infortunio rimediato durante una partita di calcetto con gli amici. Stamani il 31enne e la moglie hanno sporto denuncia a carico di ignoti presso il posto fisso di Polizia dell’ospedale, affinché si faccia luce sull’accaduto.

La disavventura di E.P. comincia sul campo di calcetto, dove rimedia un infortunio muscolare alla coscia. L’arto nel giro di pochi minuti si gonfia. Quando un amico lo accompagna a casa, intorno alle ore 23,45, al pronto soccorso dell’ospedale di Brindisi, non riesce neanche a salire le scale. La moglie a quel punto chiede l’intervento del 118.

Un’ambulanza giunge nel giro di una decina di minuti. Intorno a mezzanotte, E.P. arriva in Pronto soccorso, mentre la concorte resta a casa per accudire i figlioletti. Da quanto riferito dai denuncianti, il paziente viene trasportato in barella nella cosiddetta sala dei barellati, alle spalle del triage. Dopo circa un paio di ore trascorse nella vana attesa di essere visitato, il 32enne si addormenta, per poi risvegliarsi intorno alle 6,15.

E.P. chiede subito agli infermieri che si trovavano in accettazione per quale motivo non fosse ancora stato visitato dai medici. Gli stessi infermieri scoprono solo in quel momento che “non era stato registrato al momento del suo arrivo in Pronto soccorso e che nessuno si era accorto della sua presenza”.

La registrazione, finalmente, viene effettuata alle 6,26. Poi l’infortunato viene condotto nel reparto di Ortopedia, dove gli viene diagnosticata una “distrazione al bicipite femorale della coscia destra”, con prognosi di sette giorni. Alle 8,03, il paziente viene dimesso. Ma prima di tornare a casa, marito e moglie formalizzano la denuncia.