A14, le otto ore di follia del manager. «Era depresso», la figlia Ludovica, prima di essere fatta cadere nel vuoto  “Camminava col papà mano nella mano in autostrada»

Un dramma familiare durato 8 ore, con un bilancio terribile di tre morti, e con un perché da ricercare nella testa e soprattutto nel cuore di quel papà. Un tarlo dal nome depressione, che piano piano ha logorato Fausto Filippone, il papà pescarese di 49 anni, manager della Brioni, che ieri verso le 13 ha preso per mano la sua bimba undicenne Ludovica per poi spingerla giù dal viadotto dell’autostrada A14 a Francavilla al Mare e poi è rimasto sette ore attaccato alla rete del parapetto del viadotto a urlare “scusa, scusa” alla sua bimba, che non poteva più sentirlo, perché morta sul colpo.

Otto ore in cui Fausto Filippone ha minacciato di buttarsi anche lui di sotto se qualcuno si fosse avvicinato al corpicino straziato dopo quel volo di circa 30 metri della sua piccola Ludovica, volo che poco prima delle 20, stremato e straziato, anche quel papà ha fatto, ponendo fine a una giornata drammatica in cui ha distrutto la sua famiglia.

austo Filippone e sua figlia Ludovica poco prima della tragedia di ieri sono stati visti camminare mano nella mano sull’autostrada. È uno dei particolari emersi durante la conferenza stampa a Chiesti nel corso della quale è stata riferita la testimonianza della pattuglia della Polizia Stradale di Pescara Nord che ha visto Ludovica viva pochi istanti prima di essere lasciata cadere nel vuoto dal padre.

Secondo segnalazioni di alcuni automobilisti che, intorno alle 13, transitavano sul viadotto dell’A14 in direzione sud, padre e figlia, mano nella mano, si erano allontanati circa duecento metri dall’auto, camminando vicino al guardrail, prima di giungere nel punto da cui è precipitata la bambina. Un volo di cinquanta metri. Dopodiché nessuno si è più potuto avvicinare al corpo di Ludovica: ogni volta che soccorritori e personale della Squadra Mobile tentavano di avvicinarsi, Fausto Filippone minacciava, a voce alta, di lanciarsi.

«Abbiamo cercato, con un negoziatore esperto, di impedire che l’uomo si gettasse dal cavalcavia. L’unico elemento certo – ha detto il questore Vincenzo Palumbo.- è che durante le lunghe trattative lui continuava a chiedere scusa a tutti». «Resta da chiarire – spiega il capo di gabinetto della Questura Katia Basilico – se in tarda mattinata al momento dell’arrivo del 118 Filippone fosse ancora nei pressi della palazzina di largo Roccaraso dove giaceva il corpo di Marina Angrilli nell’area del retrocortile»