Folle inseguimento tra rom, morto il 29enne fiorentino travolto sul suo scooter

E mentre il sindaco Dario Nardella annuncia il lutto cittadino, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, esprime il suo cordoglio alla famiglia e dice che presto sarà a Firenze «per affrontare la questione della sicurezza e per porre un argine alla criminalità diffusa in alcune zone della città». Intanto qualche momento di tensione in serata alla manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia dov’è arrivata la notizia della morte del 29enne.

Un gruppo di manifestanti si è staccato dal corteo e ha cercato di entrare nel vicino campo del Poderaccio, presidiato dalle forze dell’ordine. I manifestanti hanno scandito slogan per chiedere lo smantellamento del campo e qualcuno ha cercato di entrare forzando il cordone di polizia. Poi qualche offesa è volata, poco lontano, anche nei confronti di una famiglia straniera che vive lì vicino. Sul fronte dell’inchiesta le accuse per i tre uomini sono aggravate dal fatto che per gli inquirenti impegnandosi nell’inseguimento a tutta velocità loro hanno accettato il rischio di uccidere qualche malcapitato, cosa che purtroppo è accaduta.

Martedì mattina il pm Tommaso Coletta conferirà l’incarico al consulente tecnico nominato per l’esecuzione dell’esame medico legale sul cadavere del 29enne. Cadute, invece, le accuse sollevate inizialmente nei confronti del 43enne rom inseguito. Era alla guida di una Opel Zafira che è stata speronata e poi è andata fuori strada incendiandosi. L’uomo, che ha riportato 30 giorni di prognosi per un trauma cranico, è adesso considerato dai carabinieri come un semplice testimone del fatto.

Non è stato lui a far scattare l’inseguimento. Sono stati i suoi tre familiari, tra cui il suocero Amet Remzi e il nipote Mustafa Dehran – entrambi arrestati – che dovranno rispondere anche dell’accusa di lesioni gravi in concorso nei suoi confronti.

Avevano deciso di mettere in atto una spedizione punitiva verso il 43enne, che venerdì scorso al Poderaccio aveva aggredito il suocero con un pugno al volto, accusandolo di continue intromissioni nella sua vita familiare e minacciandolo di lasciare la moglie.

Per questo, ieri il suocero e gli altri familiari hanno deciso di attenderlo nel parcheggio di un centro commerciale di via Canova. Il 43enne si è dato alla fuga, inseguito dalle altre due vetture, fino alla carambola all’incrocio tra via Canova e via Martini.