Puglia, simula incidente stradale, ma i carabinieri scoprono l’atroce delitto: ha investito e ucciso il padre

Nella mattinata di venerdì scorso i carabinieri del N.O.R.M. della Compagnia cittadina hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Florin Pruteanu, cl. ’93, cittadino romeno domiciliato presso il campo nomadi di via San Severo, già ristretto presso la casa circondariale di Foggia per omicidio stradale colposo e ricettazione del mezzo con il quale aveva provocato l’incidente.

I fatti risalgono al tardo pomeriggio del 22 dicembre dello scorso anno, allorquando la Polizia Municipale del capoluogo dauno era intervenuta in via Sprecacenere per i rilievi a seguito di un sinistro stradale autonomo nel quale aveva perso la vita Faramita Petre, cittadino romeno del 1970, ritrovato cadavere a poca distanza dall’auto ribaltasi fuori dalla sede stradale.

Gli agenti non avevano trovato sul posto il conducente della Citroen Saxo, che era poi risultata essere stata rubata a Lucera il mese prima. Era infatti risultato subito certo che alla guida del mezzo non poteva esserci stata la vittima stessa, in quanto le tracce sul terreno avevano evidenziato che chi era al volante si era allontanato uscendo dal lunotto posteriore. I militari del Norm della Compagnia Carabinieri di Foggia, interessatisi comunque delle ricerche di quello che al momento poteva apparire come un “pirata della strada”, da attività info-investigativa avevano scoperto che alla guida dell’autovettura vi era stato Pruteanu, figlio del deceduto, e dopo serrate ricerche erano riusciti a individuarlo presso il campo nomadi di via San Severo. L’attività di indagine aveva poi permesso di raccogliere elementi utili al fermo di indiziato di delitto a carico del ragazzo per omicidio stradale colposo, stante la versione fornita agli investigatori dall’indagato nell’immediatezza.

Dopo il fermo di P.G. dell’indiziato, i Carabinieri del NORM, non essendo rimasti però pienamente convinti dal racconto fornito e volendo vederci chiaro, avevano fatto analizzare l’auto anche dai colleghi della Sezione Investigazioni Scientifiche,  trasmettendo alla Procura della Repubblica di Foggia tutta una serie di significativi elementi tesi a sospettare che il “pirata della strada” potesse in realtà essere un omicida. Sotto la direzione del magistrato inquirente gli investigatori hanno quindi effettuato numerose attività di ricerca delle prove, che si sono rivelate particolarmente difficoltose, soprattutto per l’assoluta omertà che regna tra gli occupanti del campo dove l’indagato viveva.

La costanza e la perseveranza degli investigatori, unitamente alle inconfutabili risultanze degli accertamenti compiuti dal R.I.S. di Roma sui materiali repertati dalla S.I.S., hanno poi permesso di raccogliere fonti di prova tali da poter richiedere alla Procura della Repubblica di Foggia l’emissione della misura cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato a carico del 25enne.  La Procura della Repubblica di Foggia, nel concordare sulla richiesta dei Carabinieri, ha quindi richiesto e ottenuto la misura cautelare personale dal G.I.P. del Tribunale. Carabinieri e magistrati si sono infatti trovati pienamente d’accordo sul fatto che le risultanze emerse permettessero di vedere come l’incidente fosse una messinscena, e che la vittima non fosse stata sbalzata all’esterno dell’abitacolo durante le fasi del sinistro, ma che era stata volontariamente investita dal proprio figlio.

Ancora sconosciuto rimane il movente del delitto, che evidentemente era già stato pianificato dall’autore nei minimi dettagli che, comunque, non sono bastati ad evitargli la permanenza presso la Casa Circondariale di Foggia con la più grave accusa di omicidio volontario del genitore.