Soffoca il bimbo della compagna contro il sedile dell’auto, lo disturbava mentre stava chattando con quattro donne

La tragedia è accaduta a sud di Londra: Alfie Lamb, tre anni, è stato pressato fino alla morte contro il sedile dell’auto dal fidanzato della mamma, Stephen Waterson, di 25 anni. Nell’Audi in viaggio da Sutton a Croydon erano presenti quattro adulti e due bambini.

Waterson, seduto sul lato anteriore passeggero, ha abbassato il sedile per due volte, ed ha compresso il volto del bambino contro la spalliera: il piccolo lo stava disturbando, singhiozzava, e chiamava la mamma, Adrian Hoare, di 23 anni. La madre si trovava nella parte posteriore dell’auto, con un’altra donna, Emilie Williams, e non ha fatto niente per impedire che il giovane uccidesse il figlio.

Il paramedico Jason Sammut, giunto sul luogo assieme ad un collega, ha raccontato che il piccolo si trovava a terra in arresto cardiaco, e non respirava: “Qualcuno delle persone presenti ha provato a giustificarsi dicendo che si era addormentato su un taxi e quando sono arrivati a destinazione non erano più riusciti a svegliarlo”. I soccorritori hanno testimoniato che i vasi sanguigni intorno agli occhi del bambino raccontavano una storia ben diversa da quella consegnata.

Mentre il bambino lottava fra la vita e la morte, Waterson era intento a chattare con quattro donne. In alcuni messaggi gli inquirenti hanno trovato frasi di tale tenore: “Perché non vieni a stare con me”. L’accusato ha motivato il suo assurdo gesto affermando che dietro a quelle conversazioni non vi era alcun intento sessuale. I testimoni hanno inchiodato l’uomo che, oltretutto, ha fornito ricostruzioni sull’accaduto contraddittorie. Il bimbo è morto due giorni dopo, per arresto cardiaco.

Nei giorni successivi alla morte di Alfie, Waterson ha minacciato la sua fidanzata e gli altri presenti in auto, intimandoli di non rivelare l’accaduto. Sotto interrogatorio l’uomo ha, addirittura, avvertito la polizia di prestare attenzione al loro operato, perché i suoi “genitori potenti” sarebbero intervenuti: il padre adottivo, Nigel Waterson, è un ex ministro e avvocato.

Il procuratore Duncan Atkinson ha ricostruito la dinamica dei fatti: “È stato schiacciato dal sedile dell’auto e soffocato, era irritato dal rumore e dalla confusione che faceva il bambino durante il viaggio”. La corte ha ascoltato anche Marcus Richardson che quel giorno si trovava alla guida della vettura: “Quando Waterson ha tirato fuori Alfie dalla macchina, ho sentito solo dire alla mamma: che cosa hai fatto?” , ha raccontato il testimone. Richardson e la Williams dovranno testimoniare a processo contro Waterson e la Hoare.