Riforma pensioni Poletti 2014: ultime notizie e novità modifiche Fornero, statali, precoci e donne

Riforma-pensioni-Poletti-2014-ultime-notizie-e-novità-modifiche-Fornero-statali-precoci-e-donne

La riforma della pubblica amministrazione ha di fatto apportato delle sostanziali modifiche alla legge Fornero che riguarderanno, secondo i dati fornito dal governo, più di 15.000 dipendenti statali.

Le novità più succose riguardano la possibilità di accedere alla pensione per tutti i lavoratori e lavoratici che hanno accumulato 40 anni di contributi entro il 31 dicembre 2011 e per i dipendenti che hanno raggiunto ad oggi 42 anni e sei mesi di contributi per gli uomini  e per le donne 41 anni e sei mesi.

La pensione è concessa, ed è questa la novità importantissima, anche se non è stato raggiunto il requisito anagrafico previsto dall’attuale riforma pensionistica.

Il prepensionamento sarà obbligatorio per tutti i dipendenti statali e non sarà più possibile chiedere delle proroghe per posticipare la pensione e restare in servizio.

Altra novità importantissima giunge dal ministro del lavoro Giuliano Poletti che oggi  2 luglio sottoporrà alla Camera il decreto legge per la salvaguardia di altri 32.000 esodati lavoratori che “grazie” all’approvazione della riforma Fornero e la successiva entrata in vigore sono rimasti senza lavoro e senza pensione.

Giuliano Poletti ha dichiarato che questo non sarà l’unico provvedimento per la salvaguardia di chi ha perso il posto di lavoro ed ha più di sessanta anni di età e per i lavoratori delle aziende private che da tempo hanno raggiunto i requisiti pensionistici ma al momento non possono accedere alla meritata pensione per non avere ancora raggiunto il tanto odiato requisito anagrafico.

Il titolare del dicastero del welfare pensa di proporre nella prossima legge di stabilità una sorta di prestito previdenziale che preveda la possibilità, non obbligatoria ma facoltativa, di accedere alla pensione per chi ha accumulato il massimo dei contributi avendo una decurtazione sull’assegno mensile dal 10 al 15% da restituire gradualmente quando in pensione.

A questo tipo di proposta potrebbero aderire i lavoratori precoci orami stremati dal dover attendere la pensione avendo da tempo accumulato il massimo dei contributi.