Coronavirus Puglia, i medici scrivono una lettera a Emiliano, più di 120 medici contagiati, vogliamo lavorare in sicurezza

I medici contagiati in puglia sono 120, tanti.

Un numero che allarma moltissimo la categoria e che ha scritto una lettera al governatore della Puglia, Michele Emiliano chiedendo di poter lavorare in sicurezza.

Gli Ordini dei medici di Puglia hanno scritto così: “Preoccupano, in questa fase di allentamento delle misure di lockdown, i possibili nuovi focolai che potrebbero favorire la ripresa dell’epidemia, nonché la situazione in cui continuano a lavorare gli operatori sanitari, sia sul territorio sia all’interno delle strutture ospedaliere. L’avvio della Fase 2 da parte della Regione, a parere degli Ordini, non ha affrontato in maniera esaustiva il tema della sicurezza, soprattutto per l’avvio delle attività ambulatoriali e l’assistenza dei malati”.

A preoccupare sono anche le USCA  – Unità speciali di continuità assistenziale, non ancora avviate che avranno il compito di assistere i malati covdi-19 al loro domicilio.

I medici dicono: “Benché la Regione abbia pubblicato i bandi per l’assunzione del personale destinato alle USCA  manca ancora un preciso quadro logistico e organizzativo, e mancano quindi le garanzie sul piano della sicurezza per gli operatori. Inoltre, molti medici pugliesi di continuità assistenziale sono al momento impiegati in altre regioni, dove le USCA sono già operative da tempo. Benché disponibili al rientro sul nostro territorio, non hanno ricevuto alcuna garanzia circa le modalità contrattuali e operative, nonché sulla presenza di idonei dispositivi di protezione individuale e di adeguate condizioni di sicurezza”.

E poi i medici concludono così: “Infine, la Cabina di Regia regionale sembra sottovalutare l’utilizzo sistematico dei tamponi e dei test sierologici, che sono invece fondamentali per garantire la sicurezza e salvaguardare la salute dei medici e degli altri operatori sanitari, come più volte ribadito dagli Ordini e confermato della Scuola di Medicina dell’Università di Bari”.