Berlusconi condannato: ecco i possibili futuri scenari

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La curiosità sulla decisione della Corte di Cassazione in ordine al ricorso presentato dalla difesa di Silvio Berlusconi avverso la sentenza di Appello di Milano ha avuto il suo epilogo ieri alle 19.30 circa. Gli Ermellini hanno confermato quanto deciso in secondo grado e chiesto dal Procuratore Generale Murra e solo rinviato alla Corte di Milano di rivedere e modificare la parte della sentenza che prevede il periodo di interdizione. Da oggi è possibile il ritiro al Cavaliere del passaporto. La procura generale ha dovuto  trasmettere  il dispositivo  all’ufficio esecuzioni della Procura di Milano all’attenzione del pm Ferdinando Pomarici. Stamani si è dovuto iscrivere il fascicolo dell’esecuzione della pena a carico del Cavaliere e in giornata, appunto, dovrebbe apprendersi la misura tramite il decreto di esecuzione con sospensione della pena.

Solo un anno di 4 comminati , per via dell’indulto, saranno da scontare. I legali del cavaliere possono chiedere entro 30 gg dal decreto chiedere una misura alternativa. Con il periodo di sospensione feriale i 30 gg partiranno dal 16 settembre e quindi sarà il 30 ottobre il termine ultimo per presentare richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali o la detenzione domiciliare. Diversamente la Procura di Milano può propendere per la richiesta di detenzione domiciliare, sempre dietro nulla osta del Tribunale di sorveglianza, cui sono attribuiti compiti che dilungheranno abbastanza i tempi di applicazione della pena. La procura , oltre al decreto di esecuzione della pena, dovrà inviare al Senato l’estratto esecutivo della sentenza affinchè la Camera di appartenenza del politico deliberi formalmente la decadenza della carica.

A tal fine la Giunta delle elezioni e le immunità parlamentari di Palazzo Madama è prossima a riunirsi per poter procedere alla detta dichiarazione. In aula Senato, il voto verrà replicato, con votazione e scrutinio secretati. Non è una novità se si rileva che il Cavaliere ha dominato la scena politica italiana per oltre 20 anni e in maniera molto condizionante e determinante: quattro volte presidente del Consiglio, leader del Popolo della Libertà. Per la prima volta si assiste ad una condanna di una personalità del calibro del Cavaliere che, simpatie o meno, porta qualcuno a dubitare della sua credibilità. Commenti ce ne sono stati tra i politici e all’interno delle varie forze politiche: si ripetono sostanzialmente tre verbi al proposito.

Rispettare, applicare, eseguire così come ha detto Epifani, segretario del PD, e  diretti ovviamente verso il PDL , il quale deve prendere atto della sentenza emessa dalla Suprema Corte e non pensare di rifarsela sul Governo. «La sentenza va rispettata, eseguita e applicata», sono le parole di Epifani. «Il Pd ha atteso la sentenza della Corte di Cassazione con un atteggiamento di grande serietà, privo di qualsiasi forma di speculazione. Adesso esprime il suo totale rispetto per la sentenza». Continua ancora Epifani: «La condanna di Silvio Berlusconi è atto di grande rilevanza. Per quanto riguarda il Pd questa condanna va non solo rispettata ma va anche applicata e resa applicabile. Seguiremo con attenzione il comportamento del Pdl  sapendo che un atteggiamento responsabile rafforzerebbe l’opportunità di tenere distinte le vicende giudiziarie da quelle politiche e di governo, come il Pd ritiene necessario in una fase di crisi economica».

I seguaci di Renzi ascoltano quanto proveniente dalla Segreteria di Partito e precisano però che adesso è importante comprendere quale sarà il comportamento del Cavaliere: le costrizioni non saranno tollerate. «Il governo di pacificazione è nato non per risolvere i problemi di Berlusconi ma i problemi del Paese», rileva il deputato renziano Dario Nardella. «Le sentenze si rispettano; la giustizia deve essere uguale per tutti. Riguardo possibili ricadute sul governo, la linea è quella seguita finora: deve andare avanti se fa ciò che è necessario fare. E sì convinto se c’è da votare la decadenza da parlamentare». L’ex magistrato Felice Casson ha le idee più chiare di tutti: «Non si può stare al governo con Berlusconi».