Riforma pensioni 2014: ultime novità iniziative Renzi, Poletti e Ghizzoni su quota 96, lavoratori precoci, variazioni Fornero

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Grande successo per Matteo Renzi nei suoi primi incontri da Premier con il Presidente francese Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Il Presidente del Consiglio italiano ha spiegato nei minimi dettagli quali riforme intende portare avanti  durante il suo mandato e quali sono le sue prospettive future.

Tanta carne a cuocere per l’esecutivo Renzi dalla riforma del lavoro che si appresta ad approdare alla Camera, alla riforma elettorale che invece dovrà essere discussa ed in seguito approvata dal Senato, dalla riforma del fisco e della giustizia che saranno le prossime misure che saranno esaminate dal Consiglio dei Ministri.

Per quanto riguarda le tanto attese modifiche alla riforma delle pensioni targata Fornero sembra che al momento sia calato il sipario.

Né Matteo Renzi né il ministro del lavoro Giuliano Poletti  hanno rilasciato dichiarazioni su come intendono per esempio affrontare il problema degli esodati che dal 2011 anno di approvazione della riforma Fornero sono in attesa che la loro questione venga risolta.

Gli esodati sono lavoratori che si sono trovati con l’attuazione della nuova riforma Fornero senza nessun tipo di reddito né pensionistico, perché erano cambiati i requisiti anagrafici e né retributivo perché non avevano più un posto di lavoro.

Altra questione irrisolta che grava su ogni esecutivo dopo quello Monti è quella dei Quota 96 che per una errata interpretazione di qualche burocrate che ha contribuito alla formulazione della legge Fornero si ritrovano senza pensione, ma almeno sono riusciti a conservare il posto di lavoro.

I Quota 96 sono una categoria di lavoratori che richiedono, come del resto prevede il disegno legge presentato dall’Onorevole Ghizzoni, che vengano ripristinati i requisiti esistenti pensionistici per il comparto scuola prima dell’approvazione della legge Fornero.

Anche i lavoratori precoci sono in attesa che qualcuno si ricordi di loro dopo che hanno lavorato per una vita e si trovano con la riforma Fornero ed essere equiparati a tutte le altre categorie di lavoratori e a dover andare in pensione solo al compimento del sessantaseiesimo anno di età quando il massimo dei contributi probabilmente è stato raggiunto già dieci anni prima.

A Renzi e Poletti l’arduo compito di dare una risposta a centinaia di migliaia di lavoratori che pretendono un loro diritto andare in pensione.